“Va bene ricordare le Mafie e tutte le conseguenze che hanno generato, anche in termini di vite umane, però non dobbiamo perdere di vista il fatto che esistono anche altre forme di criminalità che affliggono i territori”. E’il monito del Procuratore Capo di Avellino, Domenico Airoma a margine dell’incontro “Il ruolo delle Associazioni e Istituzioni nel contrasto all’illegalità”, organizzato da Cigl, Libera Avellino e Anpi all’indomani della Giornata nazionale della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.
Al dibattito, tenutosi oggi nel pomeriggio a Palazzo Caracciolo ad Avellino, hanno preso parte il Segretario Cgil Franco Fiordellisi, Giovanni Capobianco Presidente Anpi Provincia Avellino, Luciano Brancaccio di Lirmac, Domenico Airoma, Procuratore della Repubblica di Avellino, il Segretario generale Nicola Ricci, Cgil Napoli Campania ed il vicepresidente della Provincia Girolamo Giaquinto
L’iniziativa di oggi nasce con lo scopo di offrire alla collettività spunti di riflessione sulle prospettive concrete alla lotta all’illegalità e alle associazioni mafiose ricordando anche le tante persone innocenti che hanno perso la vita per mano della criminalità organizzata. L’ultima, Francesco Pio Maimone che, stando a quanto riferiscono le fonti investigative, sarebbe stato ucciso dal figlio di un camorrista. Al 18enne, ferito mortalmente durante la notte del 20 marzo scorso nella zona del lungomare di Napoli, è stato dedicato un minuto di silenzio.
“Questa è un’occasione importante – afferma Airoma, Procuratore della Repubblica di Avellino -non soltanto per riflettere sull’importanza della lotta e della resistenza alle mafie ma anche per ricordare che il territorio è afflitto da altre forme di criminalità, quelle di tipo economico-finanziario e amministrativo, che non sono meno pervasive ed aggressive. Anzi, molto spesso la criminalità mafiosa si avvale di esse per espandersi. Quindi, le mafie non devono costituire in qualche modo l’alibi per dimenticare altre priorità e altre emergenze che assillano i territori, soprattutto quelli che all’apparenza possono sembrare più tranquilli come il nostro. Se si vuole portare avanti una prevenzione seria, la lotta alla mafia deve essere un movimento culturale prima che repressivo – sottolinea il procuratore – bisogna agire sul consenso sociale. La vicenda di Messina Denaro lo testimonia. Quante volte assistiamo ad arresti di capimafia a cui non segue il plauso delle comunità ma i fischi. Bisogna capire che le mafie occupano dei vuoti. Per questa ragione preferisco andare nelle scuole a parlare con i giovani”.
“Il contrasto alla criminalità organizzata è un impegno che va rinnovato ogni giorno – sostiene Franco Fiordellisi, segretario generale della Cgil di Avellino – la vicenda drammatica accaduta ieri a Napoli ci fa capire che dobbiamo lavorare per recuperare le ingiustizie sociali, le disuguaglianze e fare in modo che le istituzioni mantengano la loro trasparenza, soprattutto adesso che ci dovrebbe essere una nuova serie di risorse del PNRR. Chiediamo il massimo del confronto per avere legalità” conclude.