Tenere alta l’attenzione su un tema, quello dei trasporti, che in particolare per l’Irpinia è sempre molto controverso. Basti solo ricordare che la città capoluogo è l’unica in Campania a non avere una stazione ferroviaria funzionante. L’elettrificazione sulla Salerno – Avellino-Benevento, altro obiettivo non ancora raggiunto, se non in parte. Secondo quanto annunciato lo scorso aprile da Rfi, la tratta Mercato San Severino-Avellino-Prata-Pratola dovrebbe essere completata nel 2025. Ma i dubbi restano, perché anche qui sono tanti, troppi gli anni di attesa. C’è poi il discorso e dell’Alta velocità, e come le aree interne del Sud possono trarne beneficio.
Lunedì sera ad Avellino sono stati accesi i riflettori sui vari aspetti relativi alle infrastrutture in Campania, e in Irpinia, in un incontro organizzato dalle associazioni Insieme per Avellino e l’Irpinia, Svimar, Cittadino Sudd, Centro studi Edilizia Reale.
Le Associazioni ringraziano quanti hanno partecipato all’iniziativa al Bar Hope di Avellino. Molti sono stati gli spunti del dibattito, pertanto si è deciso di promuovere il comitato per la realizzazione del lotto 0 AV/AC con relativa stazione ferroviaria, un nuovo hub come previsto dal progetto di RFI al punto 7.1, nel quale si individua quello che notoriamente viene denominato “lotto 0”.
Le associazioni spiegano: «Esso prevede uno sviluppo di circa 44 Km con inizio al 34,009 Km e termina in prossimità della stazione di Battipaglia. Tale tratto da San Valentino Torio (zona Torricchio), arriverebbe a ridosso di Baronissi, dove si dovrebbe realizzare il nuovo hub di Salerno – Baronissi, sul modello Napoli – Afragola, che interesserebbe tutta la Valle dell’Irno, la Valle del Sabato, oltre la città di Avellino e la sua area vasta. Anche il trasporto merci sulle nuove linee potrebbe unire la zona industriale di Pianodardine e della bassa Irpinia, con le aeree retroportuali di Salerno e del Sud.
La soluzione rappresenta un’occasione straordinaria, perché a Baronissi si incrocia l’intermodalità verso l’asse ferroviario già esistente e in fase di elettrificazione, che da Salerno porta verso Avellino – Benevento, quindi verso le aeree interne della Regione Campania. Inoltre poco distante, nel Comune di Fisciano è presente uno dei campus universitari più grandi del Mezzogiorno d’Italia. In merito a tale infrastruttura di elettrificazione, i lavori sono completi da Salerno a Mercato San Severino. Necessita a questo punto, un impegno straordinario per avere i tempi certi di realizzazione dell’opera di elettrificazione con relativa riapertura della stazione di Avellino. E’ da notare che RFI ha dichiarato che i lavori di elettrificazione fino ad Avellino saranno completati entro il 2025, sperando che siano rispettati i tempi di consegna. A nostro giudizio le battaglie dell’elettrificazione si intrecciano con il “lotto 0” a tal punto, che abbiamo deciso di unire i due obiettivi, con una unica mobilitazione.
Sebbene, per ragioni politiche, il “lotto zero” non sia stato inserito nel PNRR, esso è però presente nell’elenco di opere strategiche, di cui all’allegato 4 del decreto-legge n. 77 del 2021, per cui è immediatamente finanziabile con il relativo capitolo di spesa nazionale, disciplinato dall’articolo 44 del medesimo decreto-legge. Così riteniamo che sia una scelta da compiere senza ulteriori ritardi, atteso l’elevato valore strategico dell’opera. Confidiamo in tutte le istituzioni, sia locali che nazionali, e chiediamo di attivarsi per la realizzazione di questa fondamentale infrastruttura».
I rappresentanti delle associazioni concludono:«E’ chiaro che, la politica, quando si tratta di infrastrutture, ha bisogno dei suoi tempi, ma oggi urge un grande impegno straordinario. Il nostro territorio è area cerniera sull’asse tirrenico/adriatico ed unisce il Mezzogiorno con l’area euro-mediterranea, pertanto non può essere escluso dall’AC-AV. Manteniamo alto il livello di attenzione, riteniamo che non si possano più accettare ritardi e tentennamenti. Chiediamo ai sindaci, ai partiti, alle associazioni e a quanti si vogliono impegnare, di non sottovalutare questa fondamentale infrastruttura, lo dobbiamo alle future generazioni».