Rosa Bianco e Fiore Carullo
Nel panorama musicale italiano, spesso frammentato in compartimenti di genere e stili, emerge la figura di Luis Di Gennaro come un alchimista dei suoni, capace di unire mondi apparentemente inconciliabili. Pianista di Mercogliano, classe 1988, Di Gennaro rappresenta un’eccezione: un artista radicato nella sua terra d’origine, ma con uno sguardo che abbraccia l’orizzonte globale, attraversando generi, linguaggi e tradizioni con un approccio tanto libero, quanto rigoroso.
Un artigiano della musica
Definirsi un “artigiano della musica” è una sua dichiarazione di intenti, che riflette il suo approccio umile e autentico alla creazione artistica. Di Gennaro non concepisce la musica come mero intrattenimento, ma come un’arte che nasce dal lavoro, dallo studio e dal confronto. In tempi dove l’idea di successo sembra legata esclusivamente alla velocità e alla visibilità, il suo percorso testimonia il valore della formazione continua, come dimostra il perfezionamento al Conservatorio di Salerno con maestri del calibro di Rino Zurzolo e Vincenzo Dainese.
Ibridazione, non contaminazione
La musica di Di Gennaro è una “stretta di mano che va diritta al cuore”, come lui stesso la definisce. Non ama il termine “contaminazione”, preferendo “ibridazione”, un concetto che implica un’evoluzione verso una forma superiore. Questa filosofia si manifesta nel suo repertorio, che spazia dal jazz alla canzone d’autore, fino ai ritmi popolari della sua Irpinia. È un mosaico sonoro, in cui convivono i cori dei tifosi dell’Avellino, il rock scoperto grazie a Michele Acampora, il jazz dell’irpino Frank Guarente e le melodie immortali di Battisti e dei Beatles.
La libertà dell’improvvisazione
Al centro del suo linguaggio musicale c’è l’improvvisazione, un’espressione di libertà che Di Gennaro ha fatto sua fin da giovane, ispirato da maestri come Danilo Rea. Nei suoi concerti, il pianoforte diventa un veicolo per esplorare territori inesplorati, passando con naturalezza dalle note di Colasurdo ai ritmi dei Led Zeppelin. È una libertà che ha trovato il suo manifesto in “Libertà Provvisoria”, un album registrato durante la pandemia con mezzi semplici, ma con una forza espressiva che ha travalicato i confini nazionali.
L’incontro tra musica e poesia
L’apertura verso altri linguaggi è un altro tratto distintivo del musicista. Le collaborazioni con poeti come Franco Arminio e Vincenzo Cinaski non sono episodi casuali, ma tappe di un percorso che valorizza il dialogo tra arti diverse. “Non mi piace abbeverarmi sempre alla stessa acqua” – afferma – sottolineando l’importanza del confronto, come fonte di nuove sollecitazioni creative.
Dal cinema alle piazze
La sua versatilità lo ha portato a esplorare anche il mondo del cinema, componendo la colonna sonora del cortometraggio Exit, premiato al Los Angeles Fest. Ma la stessa attenzione la dedica alle piazze, ai tram e alle carceri, dove il suo pianoforte diventa uno strumento di inclusione sociale. In questo, Di Gennaro sembra incarnare la lezione di Pasolini, portando la musica tra le persone e abbattendo le barriere tra “alto” e “basso”.
Un legame indissolubile con l’Irpinia
Nonostante le esperienze nazionali e internazionali, il cuore del musicista batte per la sua Irpinia, un territorio che descrive come un “laboratorio di idee e ritmi”. In questa terra vede un potenziale ancora inespresso, una fucina di talenti che potrebbe diventare un movimento musicale, sulla scia di ciò che è stato il Neapolitan Power per Napoli. L’appello agli artisti locali è chiaro: scommettere sui giovani, dare loro una possibilità di crescere.
La collaborazione con l’ Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Napoli
Di Gennaro parteciperà all’inaugurazione dell’Anno Accademico 2024-2025 dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici il 22 novembre 2024. La sua presenza rappresenta un momento di rara intensità artistica, capace di intrecciare filosofia e musica in un dialogo profondo. La dedica del concerto al filosofo Roberto Esposito, figura centrale del pensiero contemporaneo, sottolinea il legame tra l’arte musicale e la riflessione filosofica, due linguaggi universali che, nella loro diversità, condividono la capacità di illuminare il senso dell’umano, in un mondo globale.
L’esecuzione jazz del musicista, con la sua sensibilità e improvvisazione, offrirà un omaggio vibrante e personale a un amico e pensatore, che ha sempre visto nella cultura un orizzonte di libertà e creazione. Un momento che si preannuncia non solo come celebrazione, ma come esperienza intellettuale ed emotiva di grande spessore.
Il musicista aveva già partecipato ad altri due importanti eventi, organizzati dall’ Istituto Italiano per gli Studi Filosofici: venerdì 26 aprile 2024, in occasione dell’ anniversario della nascita del fondatore AVV. Gerardo Marotta, con lo spettacolo di Teatro-Danza “Il sogno e l’ ebbrezza”, con Francesca Laino e il 14 maggio 2024, per la lectio magistralis sul “Paradigma Uomo” di Italo Sabelli, con l’ esecuzione della prima parte del concerto di Colonia di Keith Jarrett del 24 gennaio 1975.
Luis Di Gennaro, perciò, non è solo un musicista, ma un narratore del suo tempo, un ponte tra passato e futuro, locale e globale, popolare e colto. Un esempio di come la musica possa essere, al contempo, radice e ala.