“È stato un passaggio deciso da un’intera comunità, ed è bene ricordare come il voto degli attivisti non sia contro Beppe Grillo, ma per l’abolizione del ruolo del garante. Lui resta il fondatore”. Così in una intervista al Corriere della Sera Roberto Fico, ex presidente della Camera: “Ho espresso più volte in questi mesi una convinzione, quella che non si possa tornare alle origini. Negli anni abbiamo fatto un percorso, abbiamo fatto delle scelte e le abbiamo fatte tutti insieme. Lo stesso Beppe le ha fatte – afferma – Penso alle alleanze, ai governi di coalizione e a quelli istituzionali. Ma penso anche a modelli di leadership del Movimento che non facevano parte del suo dna eppure sono stati accettati”.
Per Fico, il Movimento non dovrebbe cambiare nome: “Credo che il nostro nome sia prezioso perché ci ricorda la strada che abbiamo fatto, da dove proveniamo e chi siamo”. Rispetto alle alleanze: “Noi e il Pd siamo due forze politiche diverse, per storia e percorso. Lo sforzo in prospettiva deve essere quello di realizzare proposte politiche comuni per costruire un’alternativa a questo governo che sta distruggendo lo stato sociale e la coesione nazionale, mettendo in discussione anche i diritti civili”, sottolinea.
E sulla sua eventuale candidatura a presidente della Regione Campania, Fico ribadisce che “i nomi vengono sempre dopo temi e programmi, è prematuro parlarne ora. Credo si debba ragionare innanzitutto su progetti e obiettivi per la Campania per costruire una proposta politica comune, come abbiamo fatto a Napoli, dove in coalizione ci siamo noi, il Pd, Avs e le forze riformiste”.