La Corte di Cassazione ha respinto, a luglio scorso, il ricorso presentato dagli penalisti Gaetano Aufiero e Stefano Vozella, legali dei due maestri dell’asilo di Solofra, condannati per maltrattamenti. La motivazione della sentenza, depositata il 2 settembre 2025, sancisce la conferma dei verdetti di primo e secondo grado, segnando la chiusura della vicenda giudiziaria.
Sentenza relativa al verdetto del Gup del Tribunale di Avellino Marcello Rotondi, che il 6 maggio del 2021 condannò Gerardo De Piano e Laura Maria Lieto per maltrattamenti a due anni di reclusione con pena sospesa, dopo aver concesso le circostanze attenuanti generiche equivalenti alla contestata aggravante. Il giudice aveva assolto De Piano dall’accusa di violenza sessuale, in quanto il fatto non sussiste (sentenza non impugnata dalla Procura) e al risarcimento del danno alle parti civili rappresentate dagli avvocati Marino Capone, Concetta Mari, Danilo Iacobacci, Michela Pelosi e Raffaele Tecce. Il verdetto del Gup era stato parzialmente riformato in secondo grado, dai giudici della III Sezione Penale della Corte di Appello di Napoli, che aveva confermato la condanna per maltrattamenti, ma ridotto l’interdizione a due anni.
Nella sentenza della Sesta Sezione Penale, la Cassazione ha definito i ricorsi degli imputati “infondati” e “strumentali”. La Corte ha sottolineato la solidità del quadro probatorio, fondato soprattutto sulle videoriprese, che documentano in maniera chiara le condotte contestate.
In particolare, la Corte ha respinto la richiesta della difesa di riqualificare i fatti in “abuso dei mezzi di correzione”. “Atteggiamenti gratuitamente violenti verso gli alunni i quali, tra le altre cose, erano tirati- si legge nelle motivazioni della Cassazione – per le braccia e trascinati con forza nei vari spostamenti, anche a costo di farli rovinare a terra, venivano presi per il grembiule e colpiti sulla testa, subivano calci nel sedere, spintoni o schiaffi, venivano variamente minacciati ed incitati a picchiarsi l’un l’altro”. La Suprema Corte ha chiarito che le condotte fisiche e psicologiche poste in essere dai docenti non rientrano in alcun legittimo potere educativo o correttivo.
Per questo, le azioni violente sono state correttamente inquadrate come maltrattamenti , reato caratterizzato dall’abitualità delle condotte vessatorie e dalla creazione di un clima di costante disagio. La Cassazione ha accolto il ricorso dell’avvocato Danilo Iacobacci, che rappresenta una delle parti civili. Il legale aveva contestato il mancato riconoscimento del risarcimento a favore di una minore, presente nella classe A affidata alla maestra e al maestro imputato, nonostante la condanna degli insegnanti.
L’INCHIESTA
L’inchiesta sull’asilo di Solofra, prese il via dopo l’allarme, lanciato nella chat della classe da alcune mamme che avevano presentato anche una denuncia alla stazione dei carabinieri. Alcuni genitori avevano raccontato agli inquirenti della situazione drammatica vissuta dai loro figli: si rifiutavano di andare a scuola, piangevano al momento di prepararsi per recarsi all’asilo e non dormivano. Quattro gli insegnanti finiti nei guai. Era il 2019. Da qui la decisione di tutte di rivolgersi ai carabinieri, i quali decisero di installare nell’asilo delle telecamere. Inizialmente i quattro indagati furono sottoposti anche alle misure cautelari, poi, attenuate successivamente dal tribunale del riesame. Due di loro scelsero il rito abbreviato. E sono stati condannati per maltrattamenti a due anni di reclusione pena sospesa. Uno è stato assolto, con formula piena “perché il fatto non sussiste”, dalle accuse di violenza sessuale, già escluse dal tribunale del Riesame.