“Superiamo i campanilismi, travalichiamo anche i concetti dei patrimoni comunali. Solo così potremo approdare all’idea di intercomunalità nella costruzione integrata dell’Area Vasta”: questa è la politica che sta cercando di mettere in atto il sindaco di Grottaminarda Marcantonio Spera. Un pensiero, tra l’altro, ribadito nell’incontro a palazzo Portoghesi, in cui si è discusso di Masterplan e di piani paesaggistici.
Per il primo cittadino sarebbe interessante, oltre che importante “descrivere i paesaggi con la partecipazione dei territori”. Dieci aree omogenee, cioè, da cui parte lo studio per la Regione. E che definiscono il piano paesaggistico regionale. “Nasce da una analisi dei vari piani territoriali – afferma, infatti, Spera – per costruire un modello che consideri le tutele ambientali, le tutele storico-culturali, e altri vincoli oggettivi di interesse pubblico. Gli ambiti paesaggistici di tutela sono, circa, 51″.
Non bisogna, però, allontanarsi dall’unica condizione essenziale per poter avviare un discorso: “Il modello urbanistico che nascerà, dovrà tenere conto di prescrizioni importanti e varie, per la tutela e la valorizzazione dei territori”. Non bisogna allontanarsi dal seguire “un lavoro metodico, preciso, e che tenga conto della memoria delle nostre comunità: rete ecologica, storica, archeologica, culturale, antropologica. Questi sono gli obiettivi – continua il sindaco di Grottaminarda – che dobbiamo inseguire per valorizzare e costruire”. E, allo stesso tempo, la ricerca assidua “di qualità e obiettività per gestione, partecipazione e conservazione”. Insomma, per il responsabile tecnico e organizzativo del Masterplan, “il piano deve essere partecipato ma protetto”.