E’ la traccia relativa al testo di Riccardo Maccioni “‘Rispetto’ è la parola dell’anno per Treccani. E serve per respirare” la più scelta alla maturità. Si tratta della seconda proposta nell’ambito della “Tipologia B – Analisi e produzione di un testo argomentativo” ed è stata svolta dal 40,3% degli studenti. E’ quanto emerge da un’indagine campionaria rappresentativa a livello nazionale pubblicata sul sito del ministero dell’Istruzione. Bene anche la seconda traccia della “Tipologia C -sul testo di Anna Meldolesi e Chiara Lalli “L’indignazione è il motore del mondo social. Ma serve a qualcosa?” con il 15% La traccia dedicata al brano tratto da “I giovani, la mia speranza” di Paolo Borsellino, sempre appartenente alla Tipologia C, è stata preferita dal 13,6%. Il 12,8% dei candidati ha optato per la prima traccia della Tipologia B, tratta da “Gli anni trenta. Il decennio che sconvolse il mondo” di Piers Brendon. Segue ancora la Tipologia B: l’8,2% ha scelto il brano di Telmo Pievani “Un quarto d’era (geologica) di celebrità”. Poco gettonata la traccia dedicata a Pier Paolo Pasolini, basata sulla poesia Appendice I a “Dal diario” (1943-1944), scelta dal 7,4% degli studenti. Si tratta della prima traccia appartenente alla “Tipologia A – Analisi e interpretazione di un testo letterario italiano”. Infine, il 2,3% dei candidati ha scelto la seconda traccia della Tipologia A, basata su un brano del romanzo “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. La traccia sul rispetto è stata la più scelta sia nei Licei (dal 39,3%), sia nei Tecnici (dal 39%), sia nei Professionali (dal 45,7%). I dati derivano da
Le tracce convincono a metà, lo sottolinea la professoressa Mara Lo Russo “‘L’indignazione è il motore del mondo social. Ma serve a qualcosa?’ si chiedono Anna Meldolesi e Chiara Lalli con dati e riflessioni sulle ricerche, che si sono occupate di valutare il modo in cui vengono usati i social network per commentare casi che suscitano dibattiti molto polarizzanti. L’interrogativo è davvero stimolante, se si tiene conto del fatto che il più delle volte dall’indignazione, dallo sdegno “social” non nasce una vera e costruttiva presa di coscienza, un’occasione per conoscere e approfondire, ma solo un’occasione in più per versare fiumi di parole violente in libertà, fomentatrici di pericolosissimo odio. Quindi su questo argomento i ragazzi avevano ampio margine per elaborare le loro considerazioni. D’altronde anche l’analisi sul termine rispetto, “questo sconosciuto”, offriva molteplici spunti di riflessione. Non a caso queste sono state fra le tracce più gettonate e in un certo senso erano anche interconnesse fra loro. Se avessi dovuto scegliere, molto probabilmente sarei stata in dubbio fra l’analisi del testo del passo tratto dal Gattopardo, una straordinaria pietra miliare della letteratura del Novecento, e il testo argomentativo “un quarto d’era (geologica) di celebrita” di Telmo Pievani, che richiedeva uno sforzo di immaginazione su come i posteri ci vedranno. Per spiegare l’Antropocene il noto filosofo e divulgatore scientifico racconta come il peso degli artefatti umani abbia ormai superato quello di tutti gli esseri umani: una pericolosa e allarmante follia. Fra le pieghe della traccia storica legata alla crisi degli anni Trenta anche un riferimento importante alla comunicazione tra leader politici e cittadini nella gestione dei momenti difficili e nella costruzione della fiducia pubblica. L’omaggio al primo Pasolini e agli auspici di Borsellino offrivano altre due possibilità ai candidati. Un giudizio secco? Quanta reale corrispondenza fra le intenzioni pedagogiche veicolate dalle tracce e lo squallore dei nostri tempi violenti, indifferenti, quasi privi di esempi positivi, irrispettosi soprattutto nei confronti dei più deboli e fragili?”
Ottimista la dirigente scolastica Mirella Napodano “Come nelle migliori tradizioni, anche quest’anno le fantasiose previsioni della vigilia formulate dagli studenti sull’argomento delle tre tipologie di tracce per la prova di italiano dell’Esame di Maturità sono state puntualmente smentite dalle scelte effettuate dal MIM. Nessuno infatti si aspettava in particolare il riferimento alla lezione di Paolo Borsellino. Neppure i suoi stessi parenti, che si sono dichiarati commossi alla menzione di quel suo libro: I giovani, la mia speranza, mai come oggi così eticamente attuale per diventare adulti (a tutte le età). Per altri versi altrettanto interessante mi è parso il richiamo al capolavoro di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, Il Gattopardo, quasi un implicito invito ai ragazzi a spingersi a cercare – tra gli scaffali delle biblioteche – le testimonianze più significative della letteratura contemporanea, per scoprire/coltivare il piacere emotivo-cognitivo di leggere, ben al di là di ogni dovere scolastico. Altrettanto può dirsi per la lezione profetica di Pasolini, che può fornire strumenti interpretativi assai efficaci a giovani ed adulti per un’ermeneutica del presente che orienti al futuro.
E’ stato poi sorprendente anche per l’autore – il caporedattore di Avvenire Riccardo Maccioni – trovare le proprie riflessioni sul ‘rispetto’ a suo tempo espresse in un editoriale del giornale, riprese in una delle sette tracce dei temi proposte ai maturandi. ‘Rispetto’ infatti è una parola importante, tale da meritare credito e considerazione anche nei discorsi dei ragazzi. E’ stato molto opportuno proporla all’attenzione degli studenti in un momento topico della loro vita, perché ‘prendere la maturità’ (a prescindere dai voti…) dovrebbe voler dire anche e soprattutto rispettare e rispettarsi.
Inoltre, come ecologista integrale, personalmente apprezzo molto la scelta di utilizzare l’approccio filosofico di Telmo Pievani alla questione ambientale riassunto nel brano Un quarto d’ora (geologica) di celebrità, come riflessione sull’impronta ecologica che ognuno di noi lascia sul pianeta, chi più chi meno…Inconsapevolmente. Non sono le solite raccomandazioni che lasciano il tempo che trovano: sono denunce alle quali nessuno di noi può sottrarsi. Tanto meno i giovani a cui lasciamo in eredità un mondo devastato dall’egoismo e dalla corruzione.
C’è un filo conduttore tra tutte queste tracce: si intravede un disegno filosofico-pedagogico-politico (quanto sarebbe piaciuto a Platone!) che sfocia nella traccia della tipologia B, proposta B1, ispirata al testo di Piers Brendon Gli anni Trenta. Il decennio che sconvolse il mondo. In essa si mettono a dura prova le capacità argomentative degli studenti al cospetto del comportamento – fermo quanto arguto – tenuto nella conferenza stampa da Francis Delano Roosewelt per illustrare i provvedimenti da adottarsi nel New Deal al fine di ristabilire l’equilibrio finanziario del tutto compromesso nel Paese. Ragazzi facciamoci forza però: qui in Italia abbiamo la Costituzione repubblicana e democratica e poi c’è Sergio Mattarella ad impersonarla nel migliore dei modi.
Qualcosa mi dice che quel luccichio di nostalgia che spesso intravedo negli occhi dei ragazzi durante i nostri laboratori di Filosofia civile, quando si parla di certi valori etici in via di estinzione, è piuttosto un barlume di speranza, una traccia di creatività, un guizzo di maturità che sta affiorando. Così, senza far rumore”.
Il professore Leonardo Festa, docente di filosofia al liceo Colletta parla di tracce non certo originali: “Sviluppo sostenibile, legalità, cittadinanza digitale. Anche quest’anno l’esame di maturità ripropone uno schema già visto negli ultimi anni. Grande spazio alle macroaree di educazione civica, così come ai temi del dibattito pubblico: dalla parola dell’anno secondo la Treccani ai commenti sull’uso dei social comparsi su Repubblica. E però se è vero che le tracce dell’esame rappresentano anche il termometro di un Paese che cambia, le ipotesi allora sono due: o le tracce non guardano ai tempi, o il tempo nel mondo della scuola si è fermato. Per la tipologia A (Analisi del testo) alla poesia “Appendice 1” dal diario (1943 44) di Pier Paolo Pasolini, segue poi un brano tratto da “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. La poesia restituiva spunti interessanti, la scelta del brano è sembrata da molti condizionata dal successo dalla recente serie omonima. Si tratta però di due autori raramente affrontati nel corso dell’anno scolastico, e questo avrà sicuramente giocato a loro sfavore. Per la tipologia B (testo argomentativo) il testo di Piers Brendon tratto da “Gli anni Trenta. Il decennio che sconvolse il mondo” affronta un periodo complesso come quello successivo alla crisi del 29, focalizzando l’attenzione sul rapporto tra leader politici e cittadini attraverso i mezzi di comunicazione. Segue poi un articolo di Riccardo Maccioni in cui si commenta la scelta della Treccani di usare “rispetto” come parola del 2024. Difficile criticare questa scelta, ma allo stesso tempo non è certo facile argomentare a lungo con una traccia che lascia poco spazio alle interpretazioni e rischia così di indurre lo studente a considerazioni piuttosto generiche. Telmo Pievani, con “Un quarto d’era (geologica) di celebrità” introduce il tema ambientale, spingendo ad argomentazioni scientifiche e allo stesso tempo sociali. Per la tipologia C (tema di attualità), il messaggio “I giovani, la mia speranza” del 1992 di Paolo Borsellino ribadisce il peso del tema della legalità, fornendo uno spunto doveroso considerando l’anniversario della strage di via D’Amelio. Infine, l’articolo del Corriere della Sera di Anna Meldolesi e Chiara Lalli intitolato “L’indignazione è il motore del mondo social. Ma serve a qualcosa?”, propone una analisi dei social media concreta e sicuramente vicina al mondo dei più giovani. Tutto molto interessante, ma quasi viene la nostalgia di anni in cui le tracce degli esami di maturità proponevano spunti sulla differenza tra destra e sinistra, sulla nascita della Costituzione italiana, sulla resistenza o sugli omicidi politici. E ancora: la ricerca della felicità, città e periferie, il ruolo della poesia nella società di massa. Parafrasando allora una traccia apparsa nel 2004, verrebbe da chiedersi: che fine ha fatto la necessità di pensare?”
Il dirigente scolastico Paolo Saggese pone l’accento sulle contraddizioni presenti nelle tracce “che appaiono certamente interessanti. Quella su Pasolini è un doveroso un omaggio, a 50 anni dalla morte, che riconosce finalmente la grandezza di un intellettuale di statura europea che ha segnato la storia del pensiero italiano in tanti campi, che ha saputo interpretare la figura dell’intellettuale moderno, che usa i media per esprimere un pensiero corsaro. Da direttore del Centro documentazione Poesia del Sud, plaudo, inoltre, alla scelta del Gattopardo, tuttavia, dobbiamo sottolineare con amarezza che sono trascorsi 15 anni da quando abbiamo chiesto di modificare le Indicazioni Nazionali, che non prevedono la presenza esplicita di scrittori del Sud nella letteratura del Novecento. Si è scelto uno scrittore meridionale con chiare allusioni alla questione meridionale ma è facile immaginare che, proprio perchè assente dalle Indicazioni Nazionali, gli studenti abbiamo letto il nome di Giuseppe Tomasi di Lampedusa per la prima vola o difficilmente abbiano visto il film. Facile, immagine che in pochi abbiano svolto questa traccia. Esiste, dunque, una contraddizione tra chi stila le Indicazioni senza autori del Sud e chi sceglie questi autori come tracce della maturità, come già accaduto con Salvatore Quasimodo. Siamo contenti che un capolavoro della letteratura sia stato scelto dal Ministero per far riflettere sulla storia attuale ma è chiaro che appare quanto mai necessario sanare questa contraddizione”
Da parte loro, gli studenti si dicono soddisfatti a metà, lo spiega Beatrice, alunna del liceo Colletta, “Le tracce della prova di italiano della maturità 2025 sono state del tutto inaspettate. Deluse le aspettative di noi studenti che uscissero Svevo, D’Annunzio o Montale. La traccia su Tomasi di Lampedusa poteva essere svolta solo se si era precedentemente letto Il gattopardo. Quella su Pasolini, invece, offriva spunti più ampi di riflessione e trattazione. Interessanti anche le tracce della tipologia B: una su Roosevelt e il New Deal, una sul significato della parola rispetto, e l’altra sulla crisi ambientale. Compariva nella tipologia C una riflessione del giudice Borsellino che rivolge un messaggio di speranza ai giovani, e una traccia sull’indignazione nel mondo dei social. Io ho affrontato la traccia C1, quella su Borsellino. Mi sento parzialmente soddisfatta del mio lavoro, ma non condivido la scelta di proporre autori che, a causa delle ore scolastiche sempre più ridotte, non vengono quasi mai contemplati nel programma. Comunque sono serena di come sia andata. Domani ci aspetta la temuta versione di latino. Speriamo di essere più fortunati”