Maxifrode sui fondi Pnrr, scarcerato uno degli indagati irpini nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla guardia di finanza di Venezia e dal Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie. Il tribunale del Riesame accogliendo la richiesta dell’avvocato Alfonso Laudonia per S.D.P di Mercogliano disponeva l’immediata liberazione dell’indagato.
L’indagine è nata da una presunta maxi-truffa sui fondi Pnrr, che avrebbe coinvolto, tra gli altri, Maurizio De Simone, anch’egli irpino, arrestato a Pistoia e detenuto e O.V di Avellino assistito dal penalista Gerardo Santamaria.
Nel corso dell’interrogatorio di garanzia, gli indagati sono stati ascoltati dal Gip del Tribunale di Avellino, Paolo Cassano, su rogatoria del Gip di Roma, che ha emesso misure cautelari e sequestri per un valore approssimativo di 600 milioni di euro.
L’indagine ha rivelato una frode su vasta scala riguardante i fondi assegnati tramite il Pnrr, scoperta dai finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Venezia e del Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie, con il supporto del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (Scico) e del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche. Le indagini si sono concentrate su due società veneziane coinvolte nei bandi di Simest per ottenere i fondi europei del Pnrr, destinati all’internazionalizzazione delle imprese. Documenti falsi, bilanci gonfiati e fatture inesistenti sono stati individuati attraverso intercettazioni e accertamenti informatici.