Il Viale San Modestino di Mercogliano è stato, fino alla fine degli anni ’90, un punto nevralgico della comunità irpina, un luogo di ritrovo per i visitatori provenienti da tutta la provincia e oltre. Negli ultimi venti anni, purtroppo, la località ha smesso di essere un punto di riferimento, divenendo un’eco del passato.
I suoi abitanti hanno assistito alla graduale chiusura di diverse attività: dalle più recenti come il bar I Santi, dopo più di dieci anni di attività, alle vere e proprie istituzioni del paese. Nel giro di un paio di anni hanno chiuso i battenti l’Hotel Mercurio, con i suoi quattro piani contava 52 stanze, un ristorante e un lounge bar con terrazza panoramica, e lo storico Bar Leo: nato agli inizi del ‘900 come trattoria che ospitava i cosiddetti “forestieri” diretti a Montevergine. Già nel lontano 2014, il proprietario Carmine rilasciò un’intervista a Orticalab dove dichiarò: «Qui dall’Ottanta al Novanta è stato tutto splendido, eravamo il fiore all’occhiello d’Irpinia: venivano da ogni dove e ci rimanevano anche mesi, soprattutto a settembre, c’era un continuo via vai al Santuario. Ricordo quando gli americani avevano il loro ritrovo a Torrette e facevano entrare i ragazzini trasformando quel posto in discoteca, dormitorio e spaccio alimentare: era un caos pazzesco».
Anni fa, in poco più di 400m, il Viale era pieno di bar, ristoranti e alberghi. I residenti ricordano come fosse immacolato, pulito, curato, con le aiuole sempre piene di fiori. Ogni bar, per la grande affluenza dei turisti, metteva i tavolini persino sui marciapiedi: sempre pieni, anche di sera. La popolazione napoletana vi si recava in cerca di pace e aria salubre, e la gente del posto si reinventava in modo creativo per ospitarli, come in una sorta di moderno Airbnb: si fittavano le stanze delle proprie case per qualche giorno o anche per tutta l’estate.
Mentre si passeggiava sotto i platani secolari, si percepivano i profumi delle cucine di tutti i ristoranti e si sentivano le risate e gli schiamazzi: si era pervasi dalla felicità della convivialità. Il Viale era vivo.
Oggi quella felicità non c’è più. Non si sente più alcun profumo, nessuna risata, nessuno schiamazzo. Vedendo quei marciapiedi vuoti, dove prima c’era tanta vita, lo stesso vuoto si dirama nel petto dei suoi abitanti. Già undici anni fa, i proprietari del Bar Leo dichiaravano: «Qui era il paradiso mentre adesso non c’è più niente». Oggi, il Viale di San Modestino, dove un tempo le persone sceglievano di fermarsi, è diventato solo una via di passaggio. Tutto ciò è sintomo di qualcosa di più grande: è il simbolo della perdita di attrattività da parte di una cittadina come Mercogliano.
Anna Bembo