di Fausto Baldassarre
È significativa come la festa del Santo patrono Antonio di Padova già nell ‘Ottocento recepisce e introduce le novità scientifiche e tecnologiche.
È interessante come si verifichi questo”aggancio con la scienza e con l’arte”.
A tal proposito leggiamo un documento: il 22 agosto 1830 in occasione della festa patronale,”mastro Antonio Corangelo di Benevento fa la parata a drappi nella chiesa e organizza l’occorrente pel volo dell’Angelo”. Il medesimo mastro viene retribuito dagli amministratori del comune “per l ‘importo di un pallone aerostatico lanciato in aria”.E ancora le altre spese: per musica, vespro, processione, panegirico, sparo”.(Archivio di stato di Avellino.Intendenza di Principato Ultra,busta 621).
Possiamo immaginare la comunità, i forestieri intorno al nuovo,”fenomeno” della piccola Mongolfiera fatta dal “Mastro” con carta incollata dalla farina,con pezzi leggeri di legno. Ed ecco il rito: l’ accensione. La fiammella alla base del menzionato aerostato a contattò con rami e paglia bagnati generava fumo e aria calda, il tutto, man mano andava a riempire la mongolfiera. Essa lentamente spiccava il volo e via oltre i tetti delle case raggiungeva i cieli.
La gente, lo stupore negli occhi, quel chiedersi:” dove e quando cadrà “?
Un vecchio ricordava l’evento:”sentivi quando il Pallone non si alzava o si bruciava!”.
Questa locale tradizione insieme a quella del Volo dell”Angelo è scomparsa: tradizione che aveva il sapore della protezione, dell’offerta,della gratitudine mentre questi riti esistono in altri centri d ‘Italia .Ciò che invece resta sono i Fuochi artificiali, che ci guardano. Sono belli ma dicono pure che la festa è finita. Malinconia e Bellezza legata alla Luce. I paesi come Montefalcione mai sazi di luce. Basti pensare che la luce elettrica “arriva a Montefalcione il 1927 la vigilia di Natale”. Di questa mancanza si alimenta il gusto del vedere le Luminarie prima bianche poi colorate con i giochi di intermittenza e sonori. La festa si presenta cosi centrata tutta sulla luce.Cosi anche la piccola fiamma della candela fra le mani del devoto durante la processione.
Questa è esperienza di luce condivisa conservata e consegnata alle nuove generazioni.
Esperienza che ha antiche radici. Nella seconda metà dell’Ottocento in Montefalcione le Fabbriche di Fuochi artificiali preparavano “lo sparo” per la festa.
Negli attuali festeggiamenti assistiamo a Spettacoli pirotecnici presso il Sagrato del Santuario curati dalla Pirotecnica Cavour di Raffaele e Vincenzo Boccia da Ottaviano. Ritorna anche la Grande gara Trofeo Città di Montefalcione 2025, disputata fra Pirolandia di Giuseppe La Rosa da BAGHERIA (Palermo) e i Fratelli Romano da Angri(Salerno), i Di Matteo da Sant Antimo(Napoli), e Senatore da Cava de Tirreni(Salerno).Dopo la gara la premiazione e di nuovo la magia dei Fuochi di Gaetano Russo e figli da Pannarano in piazza Marconi. Ogni artista esprime il suo stile la sua arte. Quest’ anno è in gara anche l’arte dei fuochisti siciliani.