Commerciante cinese ucciso a martellate, aassolto perché non era imputabile al momento del delitto E’il verdetto pronunciato dal presidente della Corte di Assise di Avellino Gianpiero Scarlato nei confronti di Robert Omo venticinquenne nigeriano, imputato di omicidio aggravato da futili e abietti motivi . Per il nigeriano, anche se assolto, è stata disposta, perònei suoi confronti, data la sua pericolosita’, una misura di sicurezza in Rems per un periodo minimo di dieci anni.
Il venticinquenne, è accusato di omicidio aggravato da futili e abietti motivi, tentato omicidio con le stesse aggravanti e furto di due martelli. La mattinata di follia lungo Via Nazionale Alvanella a luglio era iniziata quando Omo, già noto per un’aggressione ad un volontario della Caritas, aveva raggiunto a piedi Monteforte. Una volta entrato nel Beautiful City, il negozio gestito da anni dalla vittima Gao Yuancheng, aveva prima colpito un bulgaro quarantenne vicino alla cassa e poi si era scagliato contro entrambi mentre erano a terra. Per Gao Yuancheng non c’è stato nulla da fare, mentre Krasimir, dopo un lungo ricovero al Moscati, è sopravvissuto alla furia omicida del nigeriano. L’uomo è stato fermato dai residenti della zona, due operai della Giordangomme e dai Carabinieri della Compagnia di Baiano. La s
L’’udienza è iniziata con il Pubblico Ministero che ha dichiarato che il materiale raccolto, fino a questo momento, fornisce tutti i dettagli necessari per ricostruire la completa dinamica omicidiaria. La Corte si è accodata, ritenendo il materiale probatorio e i filmati visionati sufficienti. Il Pubblico Ministero ha chiesto l’assoluzione per l’incapacità dell’imputato di intendere e volere. Al termine di una breve camera di consiglio, il giudice Scarlato ha ribadito che nessuna delle parti ha provveduto alla nomina di propri consulenti e, dunque, si è proceduto con l’acquisizione delle perizie sin qui svolte a carico dell’imputato.
“Il Pubblico Ministero ha concluso chiedendo l’assoluzione dell’imputato, ma io mi auguro che non sia così. Certamente ci sono due perizie psichiatriche contrastanti, ma non si è parlato della gravità del gesto. L’efferatezza del comportamento di Omo potrebbe far pensare a una follia”, ha dichiarato l’avvocato Ivo Ferrara, difensore di parte civile. “Noi, come operatori del diritto, non possiamo prescindere dall’omicidio, dal tentato omicidio e dalla rapina impropria. L’imputato ha rubato un martello e per salvarsi è fuggito via. Dalle telecamere viene ripresa una verità storica: un omicidio in diretta”.
““Siamo arrivati all’udienza del 20 settembre 2023 in cui il primo perito nominato dal tribunale ha dichiarato che l’imputato Robert Omo fosse- afferma il legale della vittima Costantino sabatino- capace di intendere e volere. Successivamente, per tre udienze, non si è fatto nulla, perché l’imputato aveva sempre qualche problema. Il 18 marzo 2024 riceviamo una nuova relazione che non è altro che un resoconto delle terapie ricevute da Omo durante la detenzione. In questa relazione non c’era altro che l’attenzione sanitaria che Omo ha sempre ricevuto. A questo punto viene chiesta una nuova perizia e, in questo caso, si giunge a esito opposto: Omo non è in grado di intendere e volere. Noi dobbiamo discutere di come si è arrivati a questa decisione diametralmente opposta. Il perito non ha fatto altro che raccogliere gli atti fin qui prodotti. Sulla base della documentazione sanitaria precedente ai fatti contestati c’è un solo documento e nient’altro. Tutti i dati documentati invece sono successivi all’omicidio. Su questa base il perito ha ritenuto l’imputato incapace di intendere e volere. Il punto focale, per me, è la differenza tra la fase di compenso e scompenso che, secondo il perito, riguardava l’imputato. L’imputato, infatti, dinanzi al primo perito, era in una fase di maggiore compensazione, infatti afferma di sapere perché si trovava lì. Davanti al secondo perito, invece, la compensazione era minore e questo ha spinto il perito a dichiararlo incapace di intendere e volere. Le immagini che abbiamo visionato, invece, portano a concludere che Robert Omo era pienamente capace di intendere e volere, pertanto chiedo che l’imputato venga condannato per questo”.
Ha chiesto l’assoluzione per il suo assistito l’ avvocato di Robert Omo, Nicola D’Archi. “È un processo triste, abbiamo visto immagini terribili ma dobbiamo renderci conto di un dato di fatto: la prima consulenza del perito è avvenuta con Omo sedato. All’udienza del 10 gennaio, Omo non si è potuto presentare. Abbiamo i filmati dal carcere. La seconda consulenza, invece, è stata effettuata raccogliendo tutta la documentazione sanitaria, dall’Asl e dal carcere. Agli atti del dibattimento ci sono anche le dichiarazioni della direttrice dell’ufficio “Migrantes”, la quale ha dichiarato che l’imputato è sempre stato agitato e sofferente. Per quanto riguarda il giorno del delitto, dalle telecamere non si evince nessuna premeditazione. Tutto quello che abbiamo agli atti è evidente.