di Virgilio Iandiorio
Le scosse telluriche, che in questi giorni preoccupano tutti soprattutto quelli reduci dal terremoto del 1980, hanno come epicentro il comune di Montefredane. Ragion per cui il comune irpino compare nelle cronache di giornali e televisioni nazionali. Se la notorietà si deve conquistare con i gradi della scala Richter, con cui si valuta l’energia sprigionata nel punto della frattura della crosta terrestre, è meglio restare lontano dalle luci della ribalta.
Si diceva dagli anziani del mio paese che non c’è disgrazia che non provochi un sorriso. Ed è quello che è capitato a me nell’ascoltare la cronaca di questo terremoto da una televisione regionale. Il cronista ha parlato delle scosse di terremoto con epicentro il comune di Montefredàne. Si proprio così: il toponimo sdrucciolo è diventato piano, cioè con l’accento sulla penultima sillaba.
Voi mi direte che sono errori insignificanti. Che vale un accento tonico rispetto ai gradi di magnitudo della scala Richter! Questo disguido di natura linguistica, si è verificato anche altre volte e sempre in cronaca televisiva nazionale. Una cosa opposta a Montefredane, pronunciato come parola piana, è in passato toccata al comune di Lapio, che da parola piana era diventata sdrucciola, cioè Làpio.
E chi sa quanti altri casi potremmo ritrovare, se con pazienza ricerchiamo nelle cronache televisive. Forse vale un bel niente se i nomi dei nostri comuni vengano pronunciati con accento improprio, ma di questi lapsus rimane l’eco nella nostra memoria.
Molti in Irpinia si ricordano dell’errore che commise Alcide De Gasperi, quando in un comizio ad Avellino, si rivolse ai numerosissimi presenti chiamandoli “Irpinesi”. Quel nome non piacque. La storia di quell’etnico errato, perché il nome degli abitanti della nostra provincia è Irpini, non giovò all’allora Presidente del Consiglio, tanto che è stata tramandata ed è arrivata fino a noi. Insomma gli Irpini se la legarono al dito come un’offesa al loro decoro di cittadini, perché se uno non sa come ti chiami non puoi considerarlo un amico.



