“Ho scoperto solo dopo la sua morte che mia sorella aveva scritto un racconto fantasy per ragazzi e aveva immaginato di pubblicarlo. Così ho cercato di realizzare il suo sogno”. A raccontare il legame forte con la sorella Delia, a partire dal suo romanzo, “Una corsa verso il vento” pubblicato postumo da Avagliano, Antonella Morea, attrice e cantante napoletana nel corso di un confronto all’Angolo delle storie. A dialogare con Antonella Morea le scrittrici Emilia Cirillo e Anna Catapano di “Parole per noi leggere”, ad accompagnare Morea il Maestro Vittorio Cataldi. Sono Cirillo e Catapano a parlare di un piccola perla pensata per grandi e piccini, capace di farsi specchio del tempo in cui viviamo “L’autrice – spiega Catapano – rilegge in maniera personale il genere fantasy, attraverso la rappresentazione di un universo sospeso, in cui si intrecciano suggestioni legate ad epoche differenti, contraddistinte da un’atmosfera fatata. Delia sceglie di abbracciare lo sguardo innocente e puro dei bambini, a partire dalla dimensione del soprannaturale. Lo fa pescando dentro di sè, nelle emozioni che appartengono innanzitutto a lei. L’evasione del fantastico diventa strumento per compiere un percorso di ricerca che solo può condurre alla verità. In ballo, come sempre accade nel fantasy, ci sono il destino dell’umanità e la lotta tra il bene e il male”.
“E’ un libro pensato per tutti. Si parla di elfi e fate, libertà e lotta tra bene e male. Il ricavato andrà a quei bambini che soffrono della stessa malattia che aveva contratto mia sorella prima che il Covid la portasse via” racconta Antonella Morea. E spiega come in personaggi come Rosarina “ci fosse anche mia madre”
Katy, Sal e Rosarina sono poco più che ragazzini, vivono in posti diversi e non si conoscono, ognuno di loro segue impotente le drammatiche vicissitudini familiari segnate violentemente dal conflitto. Sono troppo piccoli per capire e i grandi, posti davanti a complicate decisioni, li tengono protetti nella loro immacolata innocenza. Ma un giorno ai tre ragazzi fa visita uno strambo individuo, Angel, che si presenta a bordo di un aquilone. Consegna loro un’antica pergamena sulla quale sono incisi delle parole di Shakespeare. I ragazzi sono confusi, non capiscono, tornano alle loro vite convinti di avere solo sognato. Finché una notte Angel si ripresenta chiedendo loro di seguirli: saranno così catapultati in un mondo fatato, quello del “Sogno di una notte di mezza estate”; qui affronteranno una rocambolesca avventura con il compito di lottare contro i malvagi e ripristinare la quiete e la pace in un mondo che li accoglie come protagonisti. Metafora del conflitto mondiale, la narrazione suggerisce che al male va sempre opposto il bene e che è nei ragazzi e nella letteratura che si può ritrovare l’umanità che gli adulti sembrano avere smarrito.
Delia Morea (Napoli 1952-2020), scrittrice e giornalista, è stata autrice di romanzi, racconti, saggi e pièces per il teatro. Nel 2002 vince la seconda edizione del premio letterario Anna Maria Ortese, nel 2004 è stata finalista al premio teatrale Napoli Drammaturgia Festival. Ha pubblicato, tra gli altri, i saggi: Lazzari e Scugnizzi, Briganti Napolitani, Vittorio De Sica.