L’Azienda Ospedaliera Moscati condannata dal Tribunale di Avellino. Il riferimento è alle gravi negligenze nella gestione postoperatoria, dopo la sostituzione di una pompa per la somministrazione di Baclofen che avrebbero determinato serie ripercussioni sulla salute del paziente Alessio Sanseverino, fino a causarne il decesso. Negligenze legate al mancato monitoraggio del paziente durante il decorso post operatorio, mancata richiesta di esami ematochimici e/o strumentali che fornissero elementi a sostegno della diagnosi di “sindrome da astinenza di Baclofene”, già ipotizzabile alla luce del quadro clinico esistente; tardiva formulazione della diagnosi corretta, “nonostante la manifestazione di sintomi fortemente indicativi di astinenza da Baclofen, peraltro in assenza di evidenti difficoltà di diagnosi differenziale”. Fino alla scelta di “un trattamento inadeguato (Perfalgan, Ipnovel, Novalgina e spugnature di acqua fredda) – secondo i consulenti della famiglia di Sanseverino – in luogo dell’indispensabile ripresa della somministrazione di Baclofen, che è avvenuta solo a distanza di circa 10 ore dalla manifestazione dei sintomi, allorquando era già troppo tardi”
Si tratta di una sentenza storica che può rappresentare un precedente nei numerosi casi di denuncia nei confronti dei medici per presunte negligenze. Alessio era affetto da tetraparesi spatica motivo per cui era portatore da anni della pompa intratecale di Baclofen, dotata di una batteria soggetta ad esaurimento, e per la quale era prevista la sostituzione mediamente ogni 7 anni. Di qui la necessità di un intervento immediato e di un corretto trattamento terapeutico, con l’applicazione protocolli rigorosi per la gestione delle pompe di Baclofen. Nella sentenza si ribadisce, inoltre, l’importanza di un’adeguata formazione del personale medico, affinché errori simili non si ripetano.
“Questa sentenza – scrive l’avvocato Filomena Alaia, che ha rappresentato il paziente con l’ausilio del medico legale Prof. Armando Masucci – non è solo una vittoria per il ns caro Alessio, ma un monito per l’intero sistema sanitario. La corretta gestione dei dispositivi medici è una questione di vita o di morte, e gli ospedali devono garantire standard elevati (di preparazione del personale medico e paramedico e, dunque,) di sicurezza (per i pazienti)”.