“Ai miei coetanei ripeto sempre che se hanno la fortuna di trovare uno spazio che li fa stare bene, come per me è la scrittura, non devono rinunciare a quella passione. Perchè sarà proprio da lì che troveranno la forza di affrontare ogni cosa. L’ho compreso molto bene all’indomani del Covid, ho capito quali erano le mie priorità”. Spiega così Giuseppe Maria Di Maio l’idea da cui nasce il suo primo libro “Non contatemi”, Urbone publishing, nel corso della rassegna Avellino Letteraria, di scena a Villa Amendola. A dialogare con lui la giornalista Marika Borrelli e il direttore artistico Annamaria Picillo. A leggere alcuni passi del romanzo l’attrice e docente Anna Savelli. Un incontro impreziosito dalle note di Luca Roseto.
E’ lo stesso De Maio a spiegare come “Il fantacalcio con i suoi riti, le sue ansie e la capacità di unire, diventato un’ossessione per il protagonista che è l’anima del gruppo ma non riesce mai a vincere, diventa strumento per raccontare il processo di crescita, la necessità di fare i conti col passato e guardare al futuro, anche a costo di tagliare rami che appaiono ormai secchi. Poichè nel gruppo del fantacalcio ci sono il suo migliore amico e la sua fidanzata. Per comprendere che sacrificio e determinazione sono gli unici valori che consentono di raggiungere qualsiasi traguardo, soprattutto quando si ha una spalla su cui contare, un mentore, un alleato “contro la sfiga”, che ti aiuta ad affrontare le difficoltà della vita”. Marika Borrelli pone l’accento sulla forza autobiografica del romanzo “Il protagonista Edoardo è alter ego di Giuseppe, espressione della sua capacità di raccontare la giovinezza e il processo di crescita con ironia e leggerezza”. E’ la dirigente scolastica Angelina Aldorasi a sottolineare la freschezza di un volume capace di raccontare l’universo dei giovani a cui dobbiamo restituire il protagonismo che spetta loro. Un volume che diventa strumento per trasmettere valori importanti”. Alla studentessa Sara Manganiello il compito di spiegare come un libro come quello di Giuseppe sia capace di sorprendere anche chi di solito legge generi differenti. E’ infine Annamaria Picillo a sottolineare la capacità della rassegna di raccontare l’identità della comunità