La crisi politica non è chiusa, ha detto lunedì in consiglio comunale la sindaca Laura Narg. Intanto il bilancio è passato. Venti i consiglieri che hanno votato a favore: quattro di SiAmo Avellino, cioè il gruppo espressione della sindaca, i dodici di Davvero e W la Libertà, che riconoscono come loro leader l’ex sindaco Gianluca Festa, e i quattro di Coraggio per Avellino, ovvero i consiglieri che non riconoscono più come leader Festa, ma sono passati, alla vigilia del voto sul previsionale, convintamente a sostegno di Nargi.
La maggioranza è la stessa di sempre. Però “destabilizzata”, ha osservato Nargi. Destabilizzata dalla crisi politica. La contrapposizione tra Nargi e Festa, iniziata da tempo in modo subdolo, è diventata sempre più scontro aperto. Tanto è vero che, prima della questione bilancio, i gruppi di Festa hanno registrato l’adesione di due consiglieri di Nargi, un travaso interno alla maggioranza, la prova che una cosa è stare con Festa, altra con la sindaca: i due non sono sulla stessa linea, hanno interessi diversi, vanno in direzioni diverse.
Nonostante l’ex sindaco abbia pubblicamente accusato la sindaca di incapacità amministrativa, una informale sfiducia, ha continuato a dire comunque che il problema era il bilancio, la congruità del previsionale, il parere dei revisori dei conti: insomma la sfiducia è politica e non formale. Perché Festa ha tutta la convenienza a sostenere Nargi, a mantenere sette assessori in giunta.
Però l’assetto della giunta è pure per Nargi la chiave di volta della sua continuità amministrativa. Per tale ragione, la crisi politica non è chiusa: Nargi potrebbe voler cambiare qualcosa in giunta, togliendo qualche assessore a Festa e mettendo in conto che l’appoggio dei festiani, non di tutti, potrebbe venire meno in aula.
La sindaca dovrebbe trovare una nuova maggioranza. Immaginando che il gruppo di Festa non è più compatto e potrebbe perdere altri pezzi, contare magari su altri consiglieri dell’ex sindaco che si arruolano con Coraggio.
Nargi chiamerebbe in maggioranza Patto civico. Altri quattro consiglieri (anche se Rino Genovese ha votato contro il bilancio, mentre Gerardo Melillo e Sergio Trezza, entrambi esponenti di Forza Italia, si sono astenuti; assente Geppino Giacobbe). Non bastano. Per formare una nuova maggioranza, il sindaco deve chiedere soccorso al Pd, al centrosinistra, a chi nel centrosinistra ci sta a fare l’accordo e mettersi in gioco. Non tutti accetterebbero. Qualcuno potrebbe, per il bene della città.
Nargi – che ha solide radici nel centrosinistra, nel Pd – potrebbe riuscire allora a comporre una nuova maggioranza e una nuova giunta, una giunta di salute pubblica, una amministrazione per il bene di Avellino, per far uscire Avellino dall’impasse politico-amministrativa di questi mesi. Una nuova composita, variegata, politicamente disorganica maggioranza per salvare Avellino. Una giunta di coraggiosi, o meglio di valorosi, competenti, non tecnici – perché la questione è tutta politica –, motivati da un programma chiaro e semplice, che non tradisca il programma elettorale sottoscritto al momento del voto.
Un programma a tempo, perché una maggioranza bipartisan anti-Festa, per tenere fuori l’ex sindaco, e una giunta di salute pubblica possono essere solo a scadenza. Non si tratta di un progetto politico, ma la soluzione ad una emergenza. E soprattutto, nel lungo periodo tenere insieme tutti sarebbe un lavorio delicato e insostenibile frutto di una mediazione inesauribile, a volte una impresa di piccolo cabotaggio, più che un lavoro nell’interesse della città, per manifestare concretamente una visione di città.