E’attesa nelle prossime ore perla pronuncia della Suprema Corte di Cassazione sul sequestro dei beni riconducibili al presunto “clan delle aste”. Il procuratore generale, Giuseppe Riccardi, ha chiesto di respingere il ricorso presentato dall’avvocato Alberico Villani, confermando il vincolo sui patrimoni sequestrati. La pronuncia definitiva potrebbe arrivare già nelle prossime ore.
La vicenda legale tra sequestri e dissequestri
Il caso coinvolge Armando Aprile e altri indagati, destinatari di un doppio provvedimento emesso quasi contemporaneamente: uno di dissequestro e uno di nuovo sequestro preventivo. Quest’ultimo è stato richiesto dal pubblico ministero della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, Henry John Woodcock, e approvato dal Tribunale del Riesame. Secondo i giudici, esistono prove inequivocabili che dimostrano l’esistenza di un’organizzazione criminale di stampo camorristico, come previsto dall’articolo 416 bis del codice penale.
Il sequestro, inizialmente disposto nel settembre 2021, è stato rinnovato il giorno dopo la sentenza emessa dal Tribunale di Avellino lo scorso 27 aprile, al termine del processo “Aste Ok”. Il collegio giudicante, presieduto da Roberto Melone, ha ordinato il rinvio degli atti al pubblico ministero per ridefinire le imputazioni nei confronti degli indagati, ritenuti parte di un presunto sodalizio camorristico.
L’ordinanza ha avuto due conseguenze significative: la scarcerazione di sei degli otto imputati e la decadenza del precedente sequestro emesso nel 2019. Rimangono invece detenuti Nicola Galdieri e Carlo Dello Russo, già condannati per appartenenza al Nuovo Clan Partenio.
Il nuovo provvedimento ha colpito un patrimonio ingente: 70 immobili, 26 terreni, 6 società, 3 veicoli e quasi 600.000 euro. Questi beni, secondo gli inquirenti, sarebbero riconducibili al presunto gruppo criminale Forte-Aprile-Galdieri, distinto dal Nuovo Clan Partenio, ma operante con metodi analoghi.
Il processo “Aste Ok” ha fatto emergere con chiarezza l’esistenza di un’organizzazione criminale indipendente, dedita al controllo delle aste giudiziarie. Secondo i giudici, i promotori e membri del gruppo sarebbero Nicola Galdieri, Livia Forte, Armando Aprile, Modestino Forte (ora deceduto), Damiano Genovese, Carlo Dello Russo e Beniamino Pagano. A questi si aggiungerebbero Gianluca Formisano e Antonio Barone, coinvolti come collaboratori esterni.