Arriva dalla professoressa Filomena Marino una riflessione amara sulla realtà con cui deve fare i conti Nusco all’indomani del trasferimento del liceo presso la sede di Montella “Sembra un mito in chiave moderna: il giovane studente che, armato di zaino e vocabolario di greco, parte dal suo borgo d’altura per raggiungere la “civiltà” della valle, dove castagneti secolari custodiscono la memoria della moneta d’argento o del tarì d’oro sul banco dei mercanti, o sul banco del baratto senza scontrini, quando il gastaldato di Montella era l’avamposto settentrionale del principato di Salerno. Dal castello “de lo monte” si comunicava con stendardi e segnali di fumo con i castelli limitrofi e forse allora c’era maggiore solidarietà, una specie di reciproca protezione dal pericolo dell’invasore. E poi se è vero che la storia insegna, non dobbiamo dimenticare cosa avvenne nel 1076 quando il normanno Roberto il Guiscardo che veniva dalla Puglia dopo aver conquistato Conza era diretto su Montella. Fu risparmiata per intercessione di un uomo chiamato Amato, che a Nusco veneriamo come santo e alla cui vita si ispirò il vescovo Bonaventura quando fece del seminario di Nusco uno dei più rinomati del Regno di Napoli per i suoi studi di teologia, filosofia, latino, greco, ebraico. Ma torniamo al presente e al giovane studente nuscano. Ci appare oggi una sorta Prometeo con il 730 precompilato, che abbandona il luogo del fuoco sacro della conoscenza, per avventurarsi in spazi più freddi, nonostante a Montella non nevichi mai, dove la promessa di “migliore futuro” suona più come un’eco stonata, che come un ritorno armonico di idee, nonostante il liceo musicale ivi presente”.
Filomena Marino pone l’accento sulle contraddizioni della comunità “Il paradosso infatti è che il trasferimento non migliorerà l’offerta formativa, idea che si sarebbe potuta attuare anche a Nusco -non sono infatti i luoghi che fanno le idee- ma, trattandosi di una dislocazione, esso si configura come un atto di una resa in piena regola. Nel prossimo inverno tra una versione di greco e una di latino gli alunni, in locali preparati a piano terra dove uno spazio esterno è stato trasformato in breve tempo in spazio interno, potranno anche farsi una cultura sulla dispersione termica e sul concetto di “bivacco didattico”. Nel frattempo le Medie restano a Nusco nella stessa struttura dichiarata inagibile. E aumentano i dubbi perché ora bisognerà capire dove andranno collocati i 91 studenti delle Medie (più del doppio dei liceali trasferiti). Il colmo sarebbe se una parte di costoro occupasse le aule del piano superiore, lasciate libere dai liceali trasferiti. Nel silenzio della autorità competenti e in qualche offesa di una “superiore” rivolta alla mia dignità di docente, che non si rassegna alle ingiustizie, nel trionfalismo un po’ troppo teatrale del Comune, resta il dato amaro che Nusco perde il Liceo Classico, istituzione formativa e culturale ormai storica, a vantaggio di Montella che aspira a divenire un Istituto polo con vari indirizzi tutti centralizzati in via Francesco Scandone, illustre storico montellese che per ironia della sorte studiò proprio nel seminario di Nusco”.