di Eleonora Iandolo
Il Festival di Sanremo quest’anno ha visto trionfare Olly, promessa della scena musicale italiana. Lo stesso artista non ha nascosto la sua incredulità, al momento della proclamazione del vincitore: “Mamma, papà, è assurdo ma è successo” ha ripetuto in lacrime. Una vittoria che ha diviso il pubblico ma non è certo una novità per la rassegna canora che fa delle polemiche la sua carta vincente. Impossibile ogni anno mettere d’accordo tutti. Lo ha testimoniato lo stesso pubblico dell’Ariston che ha protestato con fragorosi fischi per l’esclusione dalla cinquina dei finalisti di Achille Lauro e Giorgia. E se tanti applaudono, tanti coloro che si chiedono come mai Olly sia riuscito a conquistare la vetta del podio. A dirla tutta, già prima dell’inizio del festival, Federico Olivieri, in arte Olly, 23 anni, originario di Genova, era dato per favorito dai giornalisti insieme a Giorgia, dopo l’ascolto in anteprima delle canzoni. La sua “Balorda nostalgia” è un classico sanremese interpretato con l’intensità che Olly, carino quanto basta e con la faccia da bravo ragazzo, cantautore capace di emozionare, mette sempre nell’esecuzione dei suoi brani ma è chiaro che è a fare la differenza è stato il pubblico. Grande il seguito di Olly tra le fan più giovani, a cui si aggiunge il buon riscontro da parte della stampa e l’orecchiabilità del pezzo che lo rende estremamente radiofonico. C’è da dire che Olly giocava quasi in casa. Forte il legame con la sua Genova, poichè la tradizione musicale ligure ha influenzato fortemente la sua formazione, «il mio modello è De André» ha spiegato, proponendo per la serata delle cover Il pescatore, in duetto con Goran Bregovic.
Laureato in economia e commercio, rugbista mancato come rivela il suo fisico possente, Olly ha conquistato il successo, anche grazie ai social ma ha alle spalle tanta gavetta. E’ il 2022 quando pubblica il singolo Un’altra volta, che diventa virale su TikTok e supera i 5 milioni di stream su Spotify. Arriva quindi la selezione a Sanremo Giovani con Amadeus e anche il palco dei «big» nel 2023, dove porta Polvere, che arriva 24° su 28 artisti in gara, davanti Anna Oxa (ma è l’anno di Due vite di Mengoni, Cenere di Lazza, Supereroi di Mr Rain e Tango di Tananai). Poi, nel 2024, arriva il successo più grande, i dischi di platino con l’album Tutta vita. Ora la consacrazione di Sanremo e un fan in più: Simon Le Bon, come lui stesso ha raccontato.
Al secondo posto l’applauditissimo Lucio Corsi, che tanti volevano come vincitore, terzo Brunori Sas che si è aggiudicato anche il premio Bardotti per il miglior testo. Il premio della critica Mia Martini della sala stampa del festival di Sanremo è stato assegnato a Lucio Corsi con 40 voti, tra le sorprese più belle del festival. Secondo Simone Cristicchi con 25 voti, terzo Brunori Sas con 11. Il premio, assegnato dall’orchestra, per la miglior composizione musicale, va al brano Quando sarai piccola di Simone Cristicchi che ha vinto anche il premio sala stampa Lucio Dalla.
- Olly – Balorda nostalgia
- Lucio Corsi – Volevo essere un duro
- Brunori Sas – L’albero delle noci
- Fedez – Battito
- Simone Cristicchi – Quando sarai piccola
- Giorgia – La cura per me
- Achille Lauro – Incoscienti giovani
- Francesco Gabbani – Viva la vita
- Irama – Lentamente
- Coma_Cose – Cuoricini
- Bresh – La tana del granchio
- Elodie – Dimenticarsi alle 7
- Noemi – Se t’innamori muori
- The Kolors – Tu con chi fai l’amore
- Rocco Hunt – Mille vote ancora
- Willie Peyote – Grazie ma no grazie
- Sarah Toscano – Amarcord
- Shablo feat Guè, Joshua e Tormento – La mia parola
- Rose Villain – Fuorilegge
- Joan Thiele – Eco
- Francesca Michielin – Fango in paradiso
- Modà – Non ti dimentico
- Massimo Ranieri – Tra le mani un cuore
- Serena Brancale – Anema e core
- Tony Effe – Damme ‘na mano
- Gaia – Chiamo io chiami tu
- Clara – Febbre
- Rkomi – Il ritmo delle cose
- Marcella Bella – Pelle diamante