“Avevamo assunto un impegno d’onore: il Landolfi non si sarebbe chiuso, ed è stato pure potenziato con un investimento importante di 15 milioni di euro. L’ospedale di Solofra si completa anche con i piani superiori tra due mesi. Abbiamo spostato lì ambulatori importanti con tecnologie completamente rinnovate e già registriamo risultati importanti”, è quanto dichiarato del presidente della Campania, Vincenzo De Luca che, prima dell’inaugurazione del nuovo blocco parto alla città ospedaliera di Avellino, ha fatto visita al Landolfi di Solofra, la cui riattivazione, secondo il governatore, consentirà anche di ridurre le liste di attesa.
Anche il direttore generale dell’azienda ospedaliera “San Giuseppe Moscati” di Avellino, Renato Pizzuti, si è espresso con soddisfazione in merito alla ripartenza del nosocomio solofrano, dove sono stati completati, secondo e terzo piano e il piano terra con gli ambulatori, la nuova radiologia, il laboratorio, la dialisi e le palestre per la riabilitazione. “Penso che in Italia ci sia solamente un’altra struttura di pari complessità e di pari valore ed è privata – ha sottolineato Pizzuti -. Come struttura pubblica, saremo la migliore appena ricovereremo i primi pazienti questo fine settimana, in un ospedale che doveva chiudere e invece, non solo lo abbiamo recuperato e ristrutturato completamente, ma è diventato un gioiello e un fiore all’occhiello per l’azienda Moscati e sicuramente anche per la Regione Campania e forse per tutto il Sud Italia”.
Sul punto di primo soccorso, Pizzuti ha chiarito i tempi della sua attivazione . “Sarà l’ultima cosa da aprire perché deve essere prima messo a regime tutto quello che funziona all’interno. Come ultima cosa trasferiremo l’SPDC insieme all’attivazione del punto di primo intervento. Agiamo per la sicurezza dell’assistenza, quindi non possiamo anticipare le cose più delicate. Ieri abbiamo aperto la riabilitazione, faremo i primi ricoveri a fine settimana, e per fine febbraio inizio marzo apriremo il primo piano con la procreazione medicalmente assistita, un altro fiore all’occhiello nazionale, e con la urodinamica e la dermochirurgia. Una volta messo a regime tutto questo, nel senso che lo facciamo funzionare, apriremo anche il punto di primo intervento e trasferiremo di nuovo l’SPDC”.