Il pronto soccorso dell’ospedale Moscati a rischio collasso. Ieri un’ altra giornata di passione nel nosocomio di contrada Amoretta. Senza sosta gli accessi che si registrano nel reparto di emergenza con il personale medico e paramedico ormai allo stremo.
All’origine delll’emergenza la mancanza di un piano di gestione del sovraffollamento, mai attuatto dalla Direzione generale guidata da Renato Pizzuti. eppure invocata dai camici bianchi e dai sindacati. E le conseguenze si ripercuotono con segnali evidenti: pazienti cje stazionerebbero, per molti giorni, nelle sale mediche dell’ Unità di Emergenza con ritardi nel trasferimento in altri reparti.
A confermarlo anche il segretario territoriale del Nursind Romina Iannuzzi.«Agosto è uno dei periodi più critici per il pronto soccorso del Moscati come per tutti queli del territorio nazionale: i medici di famiglia vanno- spiega al corriere Iannnuzzi – in ferie e spesso non ci sono i sostituiti, chiudono le cliniche private accreditate, si riducono le attività ambulatoriali e specialistiche, si riducono i posti letto negli ospedali. In più mettiamoci che nella nostra provincia la medicina territoriale non è funzionale ai bisogni assistenziali di utenti sempre più anziani e fragili che, in assenze di risposte dal territorio, si rivolgono al 118 o al pronto soccorso. Nel pronto soccorso del Moscati il Boarding è cronico e condiziona negativamente la sicurezza delle cure. Senza interventi organizzativi correttivi finalizzati ad arginare il Boarding, prevediamo il collasso nelle prossime settimane del pronto soccorso, che ricordiamolo, ad oggi dispone di spazi strutturali limitati”.
Infine la segretaria provinciale del sindacatop delle professioni infermieristiche evidenzia che “da anni il Nursind ha chiesto all’ Azienda un piano di gestione del sovraffollamento in ossequio alle linee di indirizzo ministeriali del 2019 ma ad oggi nulla é stato fatto, né al Moscati né in nessuna azienda sanitaria della Campania”.
Le sofferenze del Moscati traggono origine anche dalla soppressione del pronto soccorso dell’ospedale Landolfi di Solofra, che negli anni era riuscito a sollevare la struttura ospedaliera del capoluogo irpino dal sovraffollamento dei accessi al pronto soccorso. Ma la chiusura del plesso ospedaliero della cittadina della concia, disposta per la sua riqualificazione strutturale e organizzativa, aveva fatto rimpiombare il reparto di emergenza del Moscati nelle criticità. E anche se il governatore della regione Vincenzo De Luca, inaugurando, la scorsa settimana, il nuovo corso dell’ospedale Landolfi aveva annunciato ad ottobre ,l’attivazione, del punto di primo soccorso, il Moscati senza un deflusso degli accessi va verso il collasso.
Una visione, sposata in pieno dall’ex sindaco di Solofra Michele Vignola, sempre contrario al ridimensionamento della struttura solofrana e promotore di un ricorso al Tar contro il decreto di depotenziamento attuato dallaGgiunta regionale campana.
«Con la soppressione del Pronto Soccorso di Solofra (20 mila accesi all’anno) il collasso- afferma Vignola – del reparto di emergenza di Avellino era inevitabile.Questo disastro annunciato ha nomi e cognomi: il Presidente della Regione Vincenzo De Luca, il Presidente della Commissione Sanità Enzo Alaia, il Direttore Generale e il Direttore Sanitario dell’Aorn Moscati Renato Pizzuti e Rosario Lanzetta. Nel maggio 2021, nonostante la contrarietà unanime di cittadini, Sindaci, associazioni, sindacati e associazioni di categoria, non si è voluto “concedere” nemmeno un incontro istituzionale per un consentire un confronto su una scelta inspiegabile, imposta dall’alto al territorio della provincia di Avellino.Tutto questo accadeva nel silenzio assordante di quei politici miopi e subalterni che, per piccoli interessi di bottega, hanno rinunciato al dovere della rappresentanza dei legittimi interessi dell’Irpinia.»
Ma un quadro chiaro delle criticità il pronto soccorto Moscati lo fornisce il segretario generale della Uil Gaetano Venezia. »iRitengo che il’emergenza che vive il moscati problema non sia dettato dalla mancanza di un piano di gestione del sovraffollamento, ma dal fatto che reparto di emergenza del moscati sia oberato dagli accessi che arrivano da S.Angelo dei Lombardi, da Ariano e dal Nolano. Un affllusso eccessivo, che per i codici bianchi e verdi, era alleviato in passato dal pronto soccorso dell’ospedale Landolfi. Un problema che si accentua mesi estivi, ma che permane tutto l’anno.Ritengo che sia anche sia fondamentale anche la programmazione la medicina territoriale che può essere decisiva a non far arrivare pziendi con cosici lievi al promto soccorso».