“La Palestina è il luogo in cui sono nati cristianità e giudaismo, una terra di grande fede e cultura. Speriamo che il mondo non chiuda gli occhi di fronte a ciò che accade in questa terra e faccia di tutto per fermare una tragedia che riguarda tutti”. A sottolinearlo Adham Jamjoul, artista dell’International Palestinian Youth League, presente in Irpinia insieme a Jalal Quafisha, entrambi originari di Hebron in Cisgiordania, ospiti di Legambiente e Arci. “Con la nostra associazione – spiega Adham – abbiamo aperto uno studio musicale e vogliamo offrire un supporto psicologico ed emotivo ai giovani palestinesi attraverso la musica. Al tempo stesso siamo in Italia per testimoniare ciò che accade a Gaza e contrastare l’informazione occidentale che continua ad essere di parte”- Sulle soluzioni possibili non nasconde le perplessità “E’ difficile negoziare con Israele, soprattutto quando si è deboli. Dobbiamo cercare di essere forti e resilienti. L’obiettivo a cui lavoriamo da tempo è una residenza per artisti di tutto il mondo. Continuiamo a pensare che non esistano confini, quando si parla di arte”. Jalal sottolinea come “E’ in atto un vero lockdown nella nostra terra, non possiamo lavorare, tutto è sospeso. Ecco perchè abbiamo deciso di impiegare questo tempo per sensibilizzare la comunità internazionale. Vogliamo contrastare in particolare l’immagine stereotipata degli arabi come uomini e donne violenti creata dagli Usa”. Stasera, alle 20, si esibiranno al circolo Fortapasc di Atripalda