Un momento di confronto e approfondimento sul valore della partecipazione civica e del voto, a partire dal recente messaggio dei Vescovi della Campania. E’ l’appuntamento promosso dalla Consulta delle Aggregazioni Laicali della Diocesi di Avellino, dal titolo “Partecipare non è un gesto opzionale”, in programma mercoledì 12
novembre, alle 18.30, presso il Polo Giovani di Avellino. Dopo i saluti introduttivi di Paola Pericolo, Segretaria della Consulta delle Aggregazioni Laicali della Diocesi di Avellino, interverrà S.E. Mons. Antonio Di Donna, Presidente della Conferenza Episcopale Campana, che offrirà una riflessione sui contenuti e sugli orientamenti proposti dall’episcopato regionale. A moderare l’incontro sarà Nicola La Sala dell’Istituto Bachelet dell’Azione Cattolica
Italiana. Le conclusioni saranno affidate a Don Pasquale Iannuzzo, Vicario Generale della Diocesi di Avellino.
L’appuntamento rappresenta un’occasione significativa per richiamare il senso di responsabilità personale e collettiva nell’esercizio del voto, inteso non semplicemente come diritto, ma come espressione concreta di partecipazione alla vita della comunità e alla costruzione del bene comune.
Punto di partenza del confronto il messaggio dei vescovi campani che vuole essere un invito alla partecipazione “Le prossime elezioni regionali rappresentano un tempo decisivo per la vita della Campania. Non sono un mero passaggio formale, ma un momento che interpella la coscienza di ciascuno di noi. Partecipare non è un gesto opzionale: è il segno che crediamo ancora nella possibilità di costruire insieme una terra più giusta, più libera, più fedele alla propria vocazione. Ogni voto esprime fiducia nella vita comune, riafferma la responsabilità verso chi ci sta accanto e verso le nuove generazioni.
Se la partecipazione è luce che illumina il futuro della nostra terra, l’indifferenza è l’ombra che lo oscura. Non prendere parte al voto non è un gesto neutrale: indebolisce il tessuto democratico e consegna a pochi le decisioni che riguardano l’intera comunità. Restare a casa significa rinunciare a quella porzione di futuro che ciascuno può costruire, lasciando che siano altri a determinare il destino della nostra regione. In un tempo in cui sfiducia e rassegnazione rischiano di spegnere l’energia civile, ricordiamo che ogni cittadino è portatore di valore e responsabilità. Ogni assenza pesa sul bene comune; ogni partecipazione, invece, diventa seme di speranza, fiducia e impegno condiviso”.



