Di Rosa Bianco
Nel cuore di Avellino, e più ampiamente dell’Irpinia, si scrive un pezzo di storia che troppo a lungo è rimasto fra polverosi faldoni d’archivio e nostalgiche reminiscenze familiari. Il prossimo 2 dicembre 2025, nella Sala Stampa del Corriere dell’Irpinia, in Via Annarumma 39/A ad Avellino, alle ore 17:00, la presentazione del volume Partigiani e Rivoltosi Irpini. Storie di resistenza e libertà si trasforma in un Forum — luogo di incontro fra passato e presente, memoria e impegno — promosso dal Corriere dell’Irpinia .
L’incontro sarà moderato da Rosa Bianco e si aprirà con i saluti istituzionali del direttore Gianni Festa, la cui partecipazione non rappresenta una mera formalità, ma un segnale politico e culturale preciso: il Corriere dell’Irpinia assume su di sé, con responsabilità, il compito di difendere e promuovere la memoria democratica del territorio. La partecipazione della direzione del giornale conferma che questa iniziativa non è un semplice evento culturale, ma un impegno pubblico per la salvaguardia dei valori civili che hanno plasmato l’identità irirpina.
Questo evento, infatti, non è soltanto un tributo ai nomi e ai volti di chi scelse la Libertà in anni terribili: è un richiamo per tutti — istituzioni, giovani, cittadini — a rendere viva e attuale la memoria, tra memoria storica e cittadinanza consapevole.
La ricerca che restituisce identità
Il volume presentato nasce da un lavoro paziente, certosino, che ha riordinato documenti d’archivio, testimonianze e memoria orale. Grazie al recupero del fondo “Ricompart” — l’archivio per il riconoscimento delle qualifiche partigiane conservato oggi dall’Archivio Centrale — e all’incrocio di fonti multiple, si è potuto ricostruire un catalogo di oltre 700 uomini e donne irpini che nei primi anni del dopoguerra richiesero il riconoscimento come partigiani.
A discutere pubblicamente questo lavoro di indagine e ricostruzione — e dunque a dare voce alle storie custodite nel volume — saranno gli stessi coautori, protagonisti del Forum: Carmine Clericuzio, Giovanni Coppola, Vincenzo Lucido, Michele Vespasiano e Annibale Cogliano (quest’ultimo anche curatore del volume insieme alla sezione ANPI Forino-Contrada).
Questo sforzo di restituzione storica è qualcosa di più di un esercizio accademico: è il recupero di identità collettiva, la riaffermazione del protagonismo delle comunità irpine nella lotta per la libertà nazionale.
Perché questo Forum oggi
Viviamo in un’epoca segnata da sfide complesse: crisi economica, fratture sociali, paura dell’altro, crescente insofferenza verso le istituzioni democratiche. In momenti simili, la memoria — quella consapevole, critica, radicata nella storia reale — non è nostalgia ma guida: ci ricorda da dove veniamo, cosa è stato sacrificato, perché la democrazia, la libertà, il rispetto dei diritti non sono mai conquiste scontate.
Il forum diventa dunque un atto politico di responsabilità civile: non per celebrare un canto del passato, ma per interrogare il presente. Chi erano i nostri partigiani? Quali motivazioni li spingevano? Che cosa hanno significato i loro sacrifici? A che cosa ci impegna oggi la loro eredità?
È un appello a quanti — giovani e meno giovani — vogliono misurarsi con la storia del proprio territorio, per fare della memoria una leva attiva: contro l’indifferenza, contro l’oblio, contro la retorica vuota.
Le radici irriducibili del territorio
L’Irpinia, come tante terre interne del Sud, ha vissuto pagine amare: povertà, emigrazione, marginalità, ma anche solidarietà, dignità, coraggio. Dare voce ai “rivoltosi irpini” — contadini, operai, donne, giovani — significa riconoscere che la Resistenza non fu solo opera di nomi celebri o di grandi fatti di guerra, ma anche di piccoli borghi, di case umili, di comunità che rifiutarono l’oppressione.
Il percorso di scoperta e valorizzazione di queste storie locali sta diventando centrale: questo libro collettivo vuole dimostrare, infatti, come la riscoperta della memoria possa diventare un fatto di comunità, di identità, di coesione.
Un’esigenza democratica
Oggi — fra populismi, revisionismi, crisi istituzionali — la memoria della Resistenza assume una funzione più che mai politica. Il valore dell’antifascismo non è un retaggio nostalgico: è baluardo contro le derive autoritarie, contro l’odio e la discriminazione, contro la violenza di ogni ordine.
Il Forum del 2 dicembre prossimo non è dunque un evento per pochi: è un invito pubblico — aperto a scuole, associazioni, cittadini — a riflettere su cosa significhi essere comunità, su come la storia segni le nostre radici ma anche le nostre responsabilità presenti.
Un appello a partecipare
Invito tutti ad essere presenti: come testimoni del passato, come cittadini del presente, come custodi del futuro. Sia uno spazio non di mere parole, ma di dibattito vero, di condivisione, di progettualità concreta.
Perché la memoria — se vissuta — non è pietra tombale, ma seme. Un seme che può germogliare in scelte, consapevolezza, impegno civile.
E se vogliamo che l’Irpinia — e con lei l’Italia — continui a essere una terra di libertà, uguaglianza, diritti sociali, dobbiamo partire da queste storie, da questi nomi, da questa memoria che torna a essere “nostra”.



