L’iniziativa del circolo Pd di Monteforte per presentare il libro di Franco Vittoria ” Aldo Moro, diritto, stato e società” costituisce una occasione significativa almeno per due considerazioni. La prima induce a cogliere l’aspetto positivo dell’evento in quanto dimostra che una struttura di base di un partito, tormentato nel suo interno, riesce con coraggio a mostrare quella vitalità culturale ed organizzativa che nell’attuale momento di decadimento del modello partitico si rivela davvero sorprendente.
La politica “come servizio solidale” invocata da Mancino, se costruita dal basso, dalla comunità ancora salda nel suo tessuto umano, civile e spirituale, allora il connettivo valoriale della solidarietà, della cittadinanza attiva e della buona politica può costruire un percorso di impegno e di rinascita di una realtà partitica con le radici avvizzite perché non si alimentano più nell’humus delle sue connotazioni popolari e democratiche.
Attualmente la crisi della partecipazione, non solo all’interno dei partiti, si esprime in modo più grave e visibile nella crisi della militanza, percorso eminentemente cosciente ed attivo che, per decenni, nella storia politica italiana, ha costituito l’itinerario Impegnativo e necessario per raggiungere livelli di responsabilità nei partiti o di rappresentanza elettiva nei livelli istituzionali. Da quando i partiti sono diventati feudo personale dei leader di turno, preferendo i facili percorsi della fedeltà personale e della odiosa strumentalizzazione ai fini clientelari, la scomparsa della militanza ha costituito – e costituisce ancora – una delle ragioni profonde della crisi.
A fronte della obiettiva analisi di questa crisi la scomparsa del protagonismo responsabile interroga il versante delle organizzazioni e le formule organizzative, le esperienze politiche e Nuovo riconoscimento per il Pain Control Center Hospice di Solofra, il centro residenziale per la terapia del dolore e le cure palliative dell’Asl Avellino. E’ quello che arriva dall’ennesima targa donata al personale della struttura sanitaria, a conferma della necessità di una medicina che sia profondamente umana, attenta alle esigenze del corpo e del cuore.
I familiari della signora Liliana Comegna, che hanno amorevolmente assistito la propria congiunta durante il ricovero presso l’Hospice di Solofra, hanno voluto rinnovare la gratitudine e l’affetto nei confronti di medici ed operatori della struttura ospedaliera che hanno sempre agito con professionalità, efficienza e umanità, concentrando i propri sforzi per alleviare le sofferenze della paziente e sostenendo gli stessi familiari in questo duro e difficile periodo.
Questo il testo inciso sulla targa donata dai familiari della signora Liliana Comegna ai medici dell’Hospice e agli operatori della Cooperativa Nursing Service Onlus: “All’Hospice di Solofra Ogni volta parlando di Liliana ricorderemo affettuosamente tutto lo Staff dell’Hospice. La professionalità, la dolcezza e l’affetto delle Dottoresse, degli Infermieri e degli Operatori Sanitari ci hanno immensamente commossi e ne saremo sempre grati per tutto ciò che hanno fatto. Con stima e riconoscenza un grazie di cuore. Famiglia Comegna” sindacali «tradizionali» che, mentre vengono messe sotto accusa, non cessano di essere vissute come luoghi della mera ricerca del senso e della soddisfazione di identità, ove ogni sedicente dirigente tenta di dominare la scena.
Le vicende interne del PD irpino e la sua perdurante incapacità di celebrare un congresso per l’urgente e necessario rinnovo degli organi dirigenti, insieme ad altre motivazioni pur esistenti, sono eloquenti rispetto ai segmenti analitici delineati. L’altra considerazione positiva riguarda l’aspetto tematico dell’incontro: la statura culturale e politica di Aldo Moro va ulteriormente scoperta nelle sue profetiche proiezioni attuali. Il rapporto complesso ma pregnante tra fede e politica di Moro va rapportato efficacemente ai postulati del nuovo cattolicesimo sociale di Papa Francesco. Oggi anche le prime sollecitazioni all’impegno dei cattolici in politica di don Primo Mazzolari certamente non avrebbero suscitato le prescrizioni del Sant’Uffizio. È una pista questa che ha bisogno di ulteriore approfondimenti per uscire dalla crisi, non solo socioeconomica, perché l’esigenza di attrezzare «l’ospedale da campo» riguarda non solo la Chiesamal’intera società civile, italiana ed europea.
edito dal Quotidiano del Sud
di Gerardo Salvatore