di Antonio Polidoro
Paternopoli e la Chiesa avellinese in festa per il sessantesimo di sacerdozio di don Luigi Di Blasi.
Figlio della civilissima comunità paternese, che alla chiesa ha dato nel corso dei secoli, presbiteri di alto profilo pastorale e culturale, ( è soltanto il caso di ricordare Don Luigi Liberto) ha percorso un lungo tratto di strada (peraltro destinato a continuare a lungo…) all’insegna di un impegno intelligente e appassionato.
Come tutti i sacerdoti innamorati della loro delicatissima e preziosa funzione nel tessuto della vita spirituale delle nostre comunità , ha svolto i compiti che i vescovi Pedicini,Venezia, Pierro, Forte, Marino, Aiello gli andavano assegnando , in quello spirito di obbedienza che, nel mondo della Chiesa, non suona come “diminutio ” quanto, piuttosto , come valore aggiunto oltre che quale gratificante segno dell’apprezzamento dei Pastori che guidano la comunità diocesana.
Perche’ il presbitero procede spedito nel suo impegno , evitando capricci, discussioni inutili, spesso risentimenti.
Don Luigi è tutto dentro questa prospettiva di edificante cammino sacerdotale.
“Se son rose fioriranno ” dicevano un tempo le nostre maestre quando scorgevano qualche segno positivo nel nostro profitto.
Chi ha i “numeri” inevitabilmente si impone e si distingue…in equilibrio e compostezza.
Se don Luigi (poi Mons. DI Blasi) avesse dovuto scegliere un motto episcopale ( il curriculum c’era tutto…) un’opzione poteva essere proprio “Equilibrio e compostezza nella luce di Cristo”.
Formatosi alla Scuola severa e prestigiosa del Seminario Regionale di Benevento ,ne divenne vice rettore.
Per un decennio fu il riferimento di seminaristi ansiosi di non deludere le attese della loro chiesa locale.
Don Luigi , il porto sicuro, momento di ritrovato entusiasmo per tanti aspiranti al sacerdozio che chiedevano orientamento e coraggio.
Un compito difficile, probabilmente il più delicato e difficile dell’ iter lungo sessant’anni percorso da don Luigi.
Tutta questa straordinaria esperienza profuse a piene mani quando tenne il timone anche nelle inevitabili notti burrascose (e l’immagine riporta al motto episcopale del vescovo Aiello…) del nostro Seminario Diocesano (1976-1987).
Poi l’approdo alla Parrocchia di San Francesco di Assisi, nel civilissimo Borgo Ferrovia ( che in questi giorni vive momenti di sana ed intelligente attività di aggregazione socio-culturale).
Fare il parroco alla Ferrovia, giova ribadirlo, è cosa da far tremare ” le vene e i polsi” : si trattava di raccogliere (ed onorare.. ) il testimone di parroci del “peso” di Don Pasquale Venezia poi, (lo scriviamo per i più giovani) grande vescovo di Ariano ed Avellino , di don Ferdinando Renzulli, di mons. Antonio Dente ( parrocchia ancor oggi in ottime mani..).
Don Luigi impresse fin dalle prime settimane un suo stile pastorale che oggi possiamo agevolmente definire “vincente”.
La Parrocchia , come è noto, comprende, oltre il nucleo di case raccolte intorno alla Stazione Ferroviaria fino al Cimitero, la zona industriale di Pianodardine.
Problemi drammatici tra amianto, inquinamento della Valle del Sabato, discariche, industrie “difficili ” nella contigua Arcella….Qui vien fuori ( chi lo avrebbe nai detto!) il piglio dell’ecologista d’assalto.
Alla testa di cittadini sensibili e motivati ha guidato con il dottor Franco Mazza, ancora generosamente impegnato, cortei pacifici seppur determinati.
Intanto riusciva a conciliare il tutto col non facile impegno di Direttore del Centro Pastorale dei Ministeri, di Consigliere Presbiterale e di membro del Collegio dei Consultori.
Tutto tra la stima incondizionata dei Pastori che si succedevano sulla cattedra di San Modestino.
Impegni, peraltro, portati a termine con la sorridente intelligenza che gli ha dato la forza e l’entusiasmo di guardare avanti senza deporre le armi in un crescendo di giovanile entusiasmo.
Ed è per questo che , forte della stima incondizionata di tutti, “incassa” un memorabile momento di affetto nella sua Paternopoli.
Ci saranno proprio tutti, in testa il vescovo Aiello che ha anticipato il ritorno da Lourdes per essere presente ad una festa che assume la forza di un “atto dovuto”.
Tra le tante rappresentanze quella della Parrocchia di Arcella, affettuosamente grata per la sua vicinanza fraterna, insieme al diacono Costantino Del Gaudio, a don Errico Spiniello, “patriarca” di Arcella.
Paternopoli, intanto,forte di un senso di legittimo orgoglio, farà la sua parte per onorare degnamente un presbitero assolutamente “speciale”.
Auguri di salute e serenità…, Monsignore, …nel sano e brillante attivismo di sempre