Dal disagio dei giovani, sempre più travolti dall’universo dei sociali e rinchiusi nella loro solitudine, al valore della giustizia. E’ un confronto a tutto campo quello tra il procuratore di Avellino Domenico Airoma e don Maurizio Patriciello – a fare da moderatore l’avvocato Adriano Maffeo – tenutosi questo pomeriggio al Teatro d’Europa di Cesinali, promosso da Comune e pro loco. Airoma pone l’accento sul dilagare della criminalità giovanile, espressione di una società malata “Tuttavia non sappiamo di essere malati e non ci facciamo curare. Poi, alcuni episodi di cronaca ci costringono a guardarci allo specchio come il pestaggio di Mario a Cesinali”. Si interroga sul perchè oggi non si creda più nel valore della giustizia “Abbiamo perso il senso di alcuni valori, si fa fatica a riconoscere ciò che è giusto da ciò che è ingiusto. Ci sono azioni di fronte alle quali non possiamo non provare orrore. Mentre la sete di giustizia è un bisogno innato dell’uomo”. Sottolinea come “le responsabilità sono degli adulti. La nostra è una comunità incapace di trasmettere principi e valori e modelli positivi, di insegnare che il successo non si ottiene con le scorciatoie”
Don Maurizio Patriciello spiega come la violenza riguarda tutti i ceti sociali “Oggi più che mai dobbiamo essere attenti a cogliere le richieste di aiuto dei giovani mentre spesso non sappiamo nulla dei nostri figli. Così come facciamo fatica ad indignarci di fronte al male. Ci limitiamo ad accettare tutto passivamente”. Punta l’indice contro la noia”, definita come il peggior nemico della gioventù, frutto dell’influenza dei social media.
E spiega come “Sono stati costruiti a tavolino quartieri che non dovevano mai nascere, diventati ghetti che accolgono persone con forte disagio sociale ed economico. E’ chiaro che il territorio non si può gestire così. In luoghi come questi si fa fatica ad avvertire la presenza dello Stato”. E chiama tutti a fare la propria parte. ad un atto di coraggio collettivo per poter cambiare la società.