Matteo Piantedosi, a chi glielo chiede, dice no: non sarà candidato alla presidenza della Regione. Ma se qualcuno insistesse sarebbe diverso, Piantedosi potrebbe cedere alla richiesta. Per ora è prematuro accettare. E perché non dovrebbe farlo poi? Anche se il Capo del Viminale è uomo delle istituzioni, è un tecnico che con la politica c’entra poco, non è detto che non c’entri proprio nulla. E poi se il centrodestra tutto vuole puntare sul ministro dell’Interno, il ministro, originario dell’Irpinia, non può certo tirarsi indietro.
Chi meglio di Piantedosi potrebbe mettere tutti d’accordo?
Anzitutto perché la ripartizione tra i partiti dei candidati alla presidenza della Regione si decide a livello nazionale. Forza Italia governa al Sud in quattro regioni: Sicilia – Renato Schifani -, Calabria – Roberto Occhiuto -, Basilicata – Vito Bardi -, Molise – Francesco Roberti -. Per Forza Italia sarebbe troppo pretendere anche la Campania.
Fratelli d’Italia invece metterebbe la sua bandierina sulla Puglia, potendo contare anche sul supporto, sulla regia di Raffaele Fitto, vice presidente della commissione europea, già presidente della Regione Puglia, dal 2000 al 2005.
Alla Lega resterebbe la Campania, con la possibilità di puntare su un pezzo da novanta come Piantedosi.
Al Carrocio conviene anche perché al posto di Piantedosi alla guida del Viminale si piazzerebbe Matteo Salvini, oggi Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, che cerca di sopravvivere ad una fase di declino del consenso leghista iniziata da tempo e che lo porta avere sempre maggiore appeal dentro e fuori dal partito, tra gli amministratori e nell’intero centrodestra.
Per favorire l’avvicendamento al Viminale la Lega accetterebbe anche di cedere una regione del Nord: arrivando a sacrificare il Veneto di Luca Zaia. Un sacrificio necessario, o meglio una mossa strategica per Salvini che è sempre meno compatibile con i governatori “moderati” del Nord, e si affida sempre di più al sovranismo rampante di Roberto Vannacci eletto alle Europee con mezzo milioni di voti, salvatore della Lega dalla debacle.
Ma Piantedosi nel valutare se accettare l’investitura a candidato governatore della Campania, sarà condizionato anche dalla forza degli avversari in campo: con un centrosinistra diviso, con il governatore Vincenzo De Luca in campo per il terzo mandato, nel caso in cui sarà legittimato dalla Corte Costituzionale, allora il centrodestra potrebbe avere qualche possibilità. Diversamente, con un centrosinistra unito la partita in Campania sarebbe complicata e Piantedosi preferirebbe di restare a Viminale.