Una nuova Bretton Woods dei Piccoli Comuni Italiani. È questa la richiesta del portavoce Virgilio Caivano, che non si scoraggia e porta il grido d’allarme della associazione in giro per il Mezzogiorno. Caivano ribadisce: “La scuola del Libro Cuore non c’è più e rischia l’estinzione nei piccoli Comuni sotto i duemila residenti. La sanità territoriale e la mobilità sociale sono state cancellate nonostante il “saremo migliori” del post Covid.
“Carissime mamme e carissimi papà – scrive ancora Piccoli Comuni Italiani – di alunne e alunni che frequentano le scuole elementari (a me piace chiamarle così) nei piccoli Comuni con meno di 2000 residenti il rischio del “pendolarismo scolastico” è stato decretato dal nuovo documento SNAI (strategia nazionale aree interne) licenziato dalle Camere e dal Governo poche settimane addietro”. E questa, per Caivano, è”una responsabilità condivisa da tutti i Governi del passato trentennio, nonostante i distinguo ridicoli di questi giorni da parte di Elly Schlein e Giorgia Meloni. Qui si va oltre la pluriclasse, la soppressione per mancanza di numeri (siamo nelle mani di un algoritmo) è un dato stabilito da quattro burocrati malati di tecnicismo e di numeri sbagliati”. Da qui la necessità di una”legislazione differenziata” il grande tema politico da sostenere dal basso nei dieci milioni di residenti nei 5000 piccoli comuni italiani”. Un appello, quindi, ai sindaci:
“È tempo di agire. La scuola, la sanità territoriale, la mobilità sociale, necessitano di un cambio di regole. Occorrono atti concreti, azioni istituzionali. Poli scolastici per aree omogenee, mobilità pubblica tra e fra Comuni. Medici e infermieri di comunità dentro le PA delle nostre amministrazioni comunali ritenute dalla SNAI un orpello, un peso, un problema. Aree omogenee ororograficamente, istituzionalmente, per comuni radici storiche, come i Monti Dauni in Puglia, il Sannio e l’Irpinia in Campania, il Vulture Melfese in Basilicata, Il Lupo, hirpus, cuore di queste aree meridionali che fanno riferimento alle antiche “gens” irpine,daune, lucane, sotto il tetto sannita, sono chiamate a trovare risposte dal basso. Poli scolastici territoriali istituiti sulla spinta della Bassanini (da cancellare) che pur tanti danni ha prodotto.”L’autonomia in tema di sanità, scuola, mobilità pubblica – continua il portavoce dei Piccoli Comuni Italiani -, sollecita i Consigli Comunali a scendere in campo, assumere responsabilità, progettare saperi scolastici e benessere civico. Il territorio, i territori, provino a darsi una organizzazione-programmazione dal basso nel definire “plessi scolastici con indirizzi innovativi” per la popolazione scolastica residente nei piccoli Comuni di quelle aree.
Una rete di trasporto pubblico scolastico per favorire gli studenti senza costringerli ad andare a scuola nelle città con grave danno economico per le famiglie e depauperamento del sistema formativo territoriale. Tutto questo è possibile come la necessaria azione di inserimento nelle piante organiche delle figure del medico e dell’infermiere di comunità con obbligo di residenza nel luogo di lavoro. Dentro la proposta delle legislazione differenziata ci sono anche i percorsi deliberativi da fare per “ripensare” scuola, sanità, mobilità nel segno di una vera “autonomia locale”. Non avete alibi. Il fallimento delle Regioni, in queste materie di stretta competenza come da Riforma del Titolo V della Costituzione è chiaro tutti. Il disastro del PNRR una conseguenza di questo fallimento di Istituzioni nate nel 1970 per aiutare i Comuni e non per devastare le aree interne italiane. La pianura guardi ai monti. Le aree costiere guardino alle aree interne e la polpa guardi alla terra dell’osso. Una “Bretton Wodds” delle aree interne è necessaria per decidere l’assetto economico, sociale e culturale, per un nuovo miracolo economico italiano che può venire solo dalle aree interne dell’Appennino italiano e della corona alpina. Tutto questo nel miei libri: “La Legislazione Differenziata: il futuro delle aree interne”.