Il Parco archeologico di Pompei e la Procura della Repubblica di Torre Annunziata hanno confermato lo scorso 25 luglio, per il terzo biennio consecutivo, la loro alleanza nella lotta al saccheggio e al traffico illecito di reperti archeologici. Il rinnovo del protocollo d’intesa, siglato per la prima volta nel 2019, rappresenta un modello virtuoso di cooperazione istituzionale nel contrasto ai crimini contro il patrimonio culturale.
Nel corso degli anni, questa sinergia ha portato a risultati rilevanti, come l’operazione a Civita Giuliana: l’attività congiunta ha sventato gli scavi clandestini da parte dei tombaroli all’interno di una villa suburbana e ha restituito alla collettività preziose testimonianze archeologiche. Un altro intervento significativo è stato condotto alla Villa dei Misteri, concluso nel 2023. L’abbattimento di un vecchio casolare rurale abusivo ha permesso di avviare nuove campagne di scavo e di far luce su ipotesi di attività illecite, confermate dal ritrovamento di affreschi e strumenti da scavo illegali.
Il Procuratore Nunzio Fragliasso ha sottolineato l’importanza della continuità operativa, definendo il protocollo «un accordo pilota nel campo della sinergia tra le Istituzioni per la salvaguardia del patrimonio archeologico nazionale e che si è rivelato uno strumento formidabile per restituire alla collettività reperti e testimonianze di eccezionale valore storico e culturale». Anche il Direttore del Parco, Gabriel Zuchtriegel, ha ribadito il valore della collaborazione, non solo in termini di legalità e conservazione, ma anche come volano per il rilancio culturale e turistico dell’area vesuviana. «Darne risalto anche attraverso questi interventi di legalità è un’operazione di vera valorizzazione nel senso più alto della parola».
Il protocollo prevede un costante scambio di informazioni tra le parti, ispezioni congiunte nei siti a rischio e l’impegno del Parco ad avviare rapidamente scavi nelle aree d’interesse investigativo. La Procura si impegna a trasmettere tempestivamente ogni notizia su attività clandestine e a garantire la presenza della Polizia Giudiziaria nei cantieri, per le necessarie operazioni di sequestro e controllo.
Il Parco fornirà inoltre aggiornamenti periodici sulle aree sensibili, comprese mappe archeologiche e un elenco dettagliato dei beni trafugati, anche quelli individuati all’estero, per rafforzare le indagini e prevenire nuovi saccheggi.
L’obiettivo dell’accordo biennale è duplice: da un lato, ripristinare la legalità nei territori e nei paesaggi violati dagli abusi edilizi storici, specialmente in contesti di grande valore storico-archeologico, dall’altro ristabilire il decoro dei luoghi, garantendo la tutela, la conservazione e la valorizzazione dei beni culturali che rendono unica l’area vesuviana.