Taglia il traguardo della VII edizione il Premio all’impegno quotidiano Pasquale Campanello, in programma giovedì 27 Febbraio alle ore 17.30, al Carcere Borbonico. Il premio è organizzato dal presidio di Pratola Serra insieme a Libera Avellino e sarà l’occasione, ancora una volta per fare memoria di Pasquale, esempio per tutta la nostra comunità di impegno e rettitudine morale. Quest’anno i premiati saranno Domenico Airoma- Procuratore della Repubblica, Terra Felix-Cooperativa sociale che gestisce un bene comune a Succivo e che ha vissuto attacchi violenti dalla Camorra e Mediterranea-Organizzazione umanitaria impegnata nel soccorso in mare. Tre simboli di legalità, tre baluardi della lotta alla criminalità che testimoniano come l’impegno per arginare ogni forma di illegalità riguardi davvero tutti e debba caratterizzare il quotidiano. Un percorso di educazione alla legalità in cui si caricano di un valore forte anche la battaglia per la trasparenza delle pubbliche amministrazioni e quella per restituire nuova vita ai beni confiscati. Saranno presenti il Questore Pasquale Picone e del Prefetto Rossana Riflesso. Interverrà Antonietta Oliva, moglie di Pasquale Campanello.
Una storia, quella di Campanello, rimasta fino ad oggi senza giustizia. Sovrintendente Capo del Corpo di Polizia Penitenziaria , in servizio presso la Casa Circondariale di Napoli Poggioreale, l’8 febbraio 1993, Pasquale Campanello venne ucciso da quattro killer con quindici colpi di pistola a distanza ravvicinata in un agguato sotto la sua abitazione a Mercogliano. Da anni la vedova Campanello chiede giustizia. Lo fa mantenendo viva la memoria del marito, raccontando la sua storia alle scuole di Avellino, come ha fatto questa mattina, incontrando gli studenti dell’IC di Mercogliano. Si dice pronta a incontrare Gratteri che aveva promesso di riaprire le indagini legate ma ammette che “fino ad oggi non si è mosso nulla”. Un delitto, quello di Pasquale, che si inquadra negli anni della sperimentazione del carcere duro: uomo retto e fedele servitore dello Stato, non si sarebbe piegato a scomode richieste dei boss, applicando rigorosamente la legge