Oscar Pesiri, ingegnere nativo di Gesualdo e avellinese di adozione, si è spento la scorsa settimana nel pronto soccorso del Moscati, l’ospedale che lui stesso aveva progettato. Una coincidenza amara. Il figlio Fabrizio Pesiri, notaio avellinese, ha scelto di raccontare la sua esperienza e quella dei suoi familiari nella struttura di Contrada Amoretta. Nei giorni successivi alla morte del padre, Fabrizio ha pubblicato sui canali ufficiali dell’ospedale “San Giuseppe Moscati” di Avellino un post in cui lamenta la disumanità di alcuni operatori del Pronto Soccorso, augurandosi un cambiamento nelle policy. La denuncia ha suscitato reazioni istituzionali e civiche. Ad esempio, Luca Cipriano, esponente del Pd irpino ha sollecitato un’immediata riflessione sull’insostenibile condizione del pronto soccorso chiedendo maggiore umanità, rispetto, empatia nei confronti dei pazienti. Sul caso del pronto soccorso del Moscati abbiamo interpellato Licia Morsa segretaria generale della Funzione Pubblica CGIL di Avellino.
La lettera-denuncia del notaio Pesiri ha aperto una seria riflessione sulla situazione del pronto soccorso dell’ospedale Moscati.
“Se parliamo del singolo caso, il post del notaio Pesiri è arrivato veramente al cuore della gente. Ma il punto non è quello che negli ultimi giorni sta accadendo. Sono anni che denunciamo le criticità del Pronto Soccorso. Se non si interviene in modo concreto sul piano della medicina territoriale, continueremo a parlare dei singoli casi, molto spesso non verremo neppure informati di quanto accaduto. Poichè ci sono famiglie che non possono nemmeno consentirsi di raccontare episodi del genere. Il pronto soccorso è solo la punta dell’iceberg”.
In che senso è la punta dell’iceberg? Lei ritiene che sia la spia di un fenomeno più ampio?
“Capisco che si parli anche della sensibilità degli operatori. Però, non possiamo dimenticare come vengono trattati oggi gli operatori sanitari, lo testimonia il rinnovo contrattuale sottoscritto solo dalla Cisl e alcune sigle sindacali autonome, che seguono le professioni in maniera corporativa, con un incremento salariale di poche decine di euro lorde. E’ una questione a 360 gradi, mi viene in mente l’esempio dell’unghia incarnita, non c’è la medicina territoriale e si finisce al pronto soccorso. Ma questo è solo un aspetto della questione”.
Quali sono gli altri aspetti da valutare quando si parla del pronto soccorso della struttura di Contrada Amoretta?
Anche la delibera dell’ex sindaco Festa, che non ha voluto concedere il suolo al Moscati per garantire l’ampliamento della struttura con un finanziamento già pronto. Si è opposto il Consiglio Comunale dell’epoca, ha chiesto in cambio la struttura di Via d’Italia e di fatto non ha ceduto il suolo. Oggi si sta progettando una rimodulazione all’interno, che secondo noi è fondamentale, perché se gli spazi sono quelli e sono unici, le modalità dell’assistenza fanno la differenza. Come diceva il notaio, suo padre è stato quattro giorni al pronto soccorso poiché non c’erano posti nei reparti. In questo modo il Pronto Soccorso diventa veramente un luogo incivile”
Una delle criticità è quella legata alla carenza del personale sanitario. Ieri si parlava, al di là delle nomine dei nuovi dirigenti di Asl e ospedali campani, di nuove risorse per la sanità. Possiamo sperare sarà cosi?
“Ce lo auguriamo, sono anni che chiediamo alle due strutture dell’Asl e del Moscati di partecipare ai tavoli in cui si decide sul fabbisogno del personale, poi certificato dalla Regione, ma difficilmente siamo coinvolti. Siamo chiamati solo quando hanno già effettuato le scelte. Mentre ciascuno è chiamato a fare la sua parte per capire perché c’è la carenza di personale in generale, a partire dalle resistenza da parte degli operatori, che non vogliono andare al pronto soccorso. Ci vogliono incentivi per il personale. E’ necessario chiedere fondi aggiuntivi. Non può bastare il fondo del personale, perchè significa togliere risorse a qualcuno per dare ad altri. Altra questione è quella della presa di servizio nelle zone di S.Angelo dei Lombardi e di Ariano Irpino. Gli ambulatori dell’Asl stanno funzionando ? il servizio essenziale viene garantito? La medicina di base va riformata e non mi sembra che questa riforma sia avvenuta”.
In Irpinia, in molti comuni c’è carenza di medici di base con un deficit evidente nell’assistenza della Medicina territoriale, quello che può rappresentare un filtro importante per sollevare il carico del pronto soccorso.
E’ quello che sosteniamo, perchè la medicina territoriale per noi è questa. La medicina di base è anche la guardia medica ed il 118 che viene utilizzato in modo sbagliato. Un servizio di emergenza che arriva senza medici e solo con infermieri, operatori sanitari e autisti soccorritori va rivisto. Se un cittadino chiama il 118 e sa già che non arriva il medico, parte con l’auto e va direttamente al Moscati. Ci chiediamo, perchè non vanno però al pronto soccorso di Ariano e S. Angelo dei lombardi?. L’ospedale Criscuoli è ormai dimenticato. Non esiste proprio più e nessuno ne parla. Ci sono reparti che restano chiusi. La situazione va analizzata a 360 gradi. Questa è stata sempre la nostra linea, perchè parliamo alla pancia dei cittadini.
Tra pochi giorni si insedieranno i nuovi direttori dell’Asl e del Moscati, rispettivamente Germano Perito e Maria Concetta Conte. Se dovesse dare loro un consiglio, cosa servirebbe all’Irpinia, in questo momento, sul piano sanitario?
“Dovremmo sederci, fermarci a valutare quello che abbiamo e ripartire. Siamo giunti a una situazione critica, dove la sanità privata si sta sostituendo alla pubblica, che arranca sotto ogni profilo. Dobbiamo capire cosa occorre per nostri cittadini. Anche perchè negli ultimi mesi è mancato anche il confronto”