Dalle speculazioni che seguirono al terremoto con le infiltrazioni della criminalità organizzata al coraggio dei volontari come Giovanni Cini, tra i primi ad accorrere dalla Toscana per poi scegliere di restare e continuare ad offrire il proprio sostegno alla comunità con la Misericordia. E’ il filo conduttore del documentario “Quando la terra tremò”, scritto da Donato Anzante, per la regia di Angelo Volpe. proiettato nello spazio del Caffè Solidale, introdotto da Pasquale Luca Nacca di Insieme per Avellino e da Elvira Napoletano di Avellino per il mondo. E’ Fiore Carullo a ricordare la ferita del sisma, mai rimarginata, i paesi rasi al suolo e gli scandali legati alla ricostruzione. Mentre Gerardo Troncone sottolinea i notevoli progressi della scienza che oggi consentono una maggiore sicurezza degli edifici e al tempo stesso permettono di conoscere profondità esatta di ogni terremoto e persino probabilità che si verifichino episodi sismici nei diversi territori. “Resta però da fare – prosegue Troncone – una riflessione sulla capacità delle comunità di Anzante di fronteggiare gli eventi sismici, dai piani sicurezza alle buone pratiche”. Massimo Zaccaria, attivista, sottolinea l’importanza di trasmettere il ricordo del sisma alle nuove generazioni e spiega come “Il cammino di ricostruzione e rinascita dei territori ha richiesto anni e non è ancora terminato. Ma dobbiamo fare tesoro della lezione che arriva da quella tragedia. Le scosse di fine ottobre ci hanno restituito almeno in parte l’idea della paura di quei giorni terribili, ecco perchè è importante promuovere la cultura della prevenzione e non dimenticare quello che è accaduto nel 1980”. Anzante pone l’accento sulla denuncia forte che si leva dal documentario e rievoca quegli intrecci di politica e criminalità che segnarono la stagione della ricostruzione, non diversi da quelli raccontati da Francesco Rosi ne “Le mani sulla città”, sottolineando la volontà di dedicare un romanzo al terremoto. È poi la volta del ricordo di Giovanni Cini, che rivive nelle testimonianze dei tanti amici come Maria Ronca e Carlo Gatti ” Ricordo la sua gentilezza e il suo non fermarsi mai con i pacchi della Misericordia da distribuire”. E’ quindi Marinella Marandino a leggere alcuni passi tratti dal libro di racconti del padre Romualdo, scrittore e dirigente scolastico, indimenticato protagonista della vita culturale. Nelle sue Memorie di pietra rivivono i giorni terribili del doposisma, dallo scavo senza fine, sotto le macerie, alla ricerca dei sopravvissuti ai palazzi e le case sfarinatesi in un istante fino alla disperazionedei sopravvissuti



