Buon Natale. Di pace, di serenità, di buona salute. Lo scrivo senza retorica ben consapevole delle grandi emergenze che stiamo attraversando. Penso alla guerra in Ucraina, ai tanti morti, anche tra i russi, che sono prigionieri della folle idea che con le armi, e non con il dialogo, si raggiunge la convivenza civile. E’ una guerra senza cuore, all’insegna della speculazione, (commercio delle armi, costi delle energie, ecc) mantenuta accesa per conseguire un folle disegno egemonico dietro il quale si nasconde il desiderio di libertà e di autonomia di un popolo aggredito. Penso alla sanità malata che obbliga un paziente a fare mesi di attesa per un esame diagnostico, mentre se si hanno soldi ( a volte recuperati dagli usurai) occorrono poche ore per risolvere il problema presso una struttura privata. Il pubblico si è arreso, il privato si arricchisce sempre di più. Gli stessi medici a volte corrono verso chi dà di più. Chi è responsabile di tutto questo? La corsa al dio danaro, ma anche la politica. Essa non si coniuga più con i bisogni delle comunità. E’ una politica vecchia, nei metodi e nelle azioni, distante dal cittadino, individualista e alla continua ricerca di identità. Come sono lontani i tempi in cui si ragionava, nell’esclusivo interesse del paese avendo la dignità della rappresentanza. Penso alle stagioni dei diritti e dei doveri: ora resistono solo i diritti, latitanti sono, invece, i doveri. Penso alle diseguaglianze sociali, ai poveri che sono terribilmente in crescita con la loro vita grama che spesso li porta a morire sotto un portico, con il corpo ricoperto da cartoni. Nei confronti di questa realtà c’è molta indifferenza, disattenzione, né è sufficiente il grande sforzo delle associazioni di volontariato, della chiesa, per affrontare una piaga così evidente. In questa giornata di riflessione è giusto pensare che c’ è ancora una strada da percorrere: quella della solidarietà e dell’altruismo. Per sentirci migliori.
di Gianni Festa