Stessa situazione nella Casa circondariale di Poggioreale e nell’istituto di Bellizzi. Lo hanno verificato questa mattina una delegazione di Radicali Italiani e il deputato Pd, Toni Ricciardi: la condizione dei detenuti è migliore rispetto al passato ma c’è ancora molto da fare.
“Torniamo in due carceri che conosciamo bene – hanno dichiarato Filippo Blengino e Bruno Gambardella dei Radicali – dove sovraffollamento, degrado, carenze di personale e condizioni disumane sono ormai la regola. E’ così in gran parte delle strutture italiane: le violazioni dei diritti umani sono sistematiche, mentre il Parlamento si concede un mese di ferie senza discutere interventi urgenti”.
Suicidi, emergenza psichiatrica e recidiva elevata sono i sintomi di “un sistema al collasso”.
Ad Avellino, secondo Blengino il problema in particolare “è la presenza di persone con gravi disturbi psichiatrici che non dovrebbero trovarsi in carcere, ma sono e sono affidate a personale privo delle competenze specialistiche necessarie. Le REMS, strutture dedicate non funzionano: hanno pochissimi posti e non assorbono il fabbisogno reale”.
Non solo: il carcere di Bellizzi ospita oggi 540 detenuti, a fronte di una capienza di 500. In estate si interrompono le attività scolastiche e quelle trattamentali si riducono quasi a zero, con celle da sei o sette persone. In queste condizioni – ha osservato Blengino – il reinserimento sociale diventa impossibile, e lo dimostrano i tassi di recidiva”.
La visita ha evidenziato un contrasto netto tra un’area infermeria in condizioni fatiscenti, e un padiglione nuovo con arredi moderni, bagni in buono stato e infissi blindati. Tuttavia, il problema dell’acqua resta irrisolto: per dodici ore di notte i rubinetti sono a secco.
Grave anche la carenza di educatori, figura chiave per il reinserimento. Sul fronte della Polizia penitenziaria, la situazione è meno drammatica che altrove. Per Blengino persiste la cosiddetta “sabatite”: assenze per malattia concentrate a ridosso del weekend, che sovraccaricano chi resta in servizio.
Ricciardi ha ricordato di aver presentato tre interrogazioni sul carcere di Avellino, ricevendo risposte dal sottosegretario Delmastro su organici e interventi effettuati. Ma la struttura storica resta un ostacolo: “Basta guardare l’altezza delle mura per capire che la manutenzione ordinaria non basta”.
Tra le novità positive, Ricciardi ha citato la nuova biblioteca. Visitando l’aula arredata a nido per i figli delle detenute, ha commentato: “I bambini non dovrebbero trovarsi in carcere, ma la realtà è che oggi succede”.
Sul personale, ha proposto di reintrodurre le regole della “legge Brunetta” per ridurre le assenze strategiche nel fine settimana.
Lo scopo era verificare se le denunce degli ultimi anni avessero prodotto cambiamenti concreti e se le dichiarazioni in Parlamento fossero aderenti alla realtà. Risultato: alcune migliorie ci sono – il personale è al completo, ma restano irrisolti nodi storici come la carenza idrica.
“Sul carcere bisogna mantenere alta l’attenzione – ha concluso Ricciardi – perché se ne parla solo dopo fatti di cronaca eclatanti. Entrarci e parlare con chi ci vive e lavora è l’unico modo per capire davvero”.