Paese starno il nostro e il Mezzogiorno ancora di più. E in questa ultima parte dello Stivale che il patrimonio artistico ambientali non ha pri in tutto il resto del mondo. Anche se con grande ritardo molti stranieri hanno presp coscienza. I giovani amano l’Italia e corrono qui vinti dalla curiosità di straordinarie scoperte.
Ma è proprio qui nel Sud che il turismo ha due facce. La prima e nell’arrivo dei turisti. Tanti, ma non troppo. La seconda riguarda l’accoglienza e la disponibilità di personale. In realtà, fatte rare eccezioni, l’accoglienza manca di requisiti essenziali. Per dirla tutta è come se fosse il turista a dover ringraziare albergatori per la loro scelta. Servirebbe una formazione adeguata per l’accoglienza, altro che bandi regionali della Campania (Pompei, Sorrento, ecc) di tagli e cucito. Si dirà: ma con i corsi professionali di tagli e di cucito o di assistere l’oralogio i piazza o ancora altre diavolerie di effervescente fantasia non si otterrebero i consensi per farsi eleggere e percepire un assegnomensile di circa tredicimila euro.
Ma c’è una considerazione ulteriore da fare per quanto riguarda la mancanza di personaleaddetto al turismo. Si stima che in occasione della prossima Pasqua i settori cardine sono carenti per oltre cinquanta mila addetti. Mancano lavapiatti , camerieri, facchini, addetti alle pulizie, baristi, bagnini, cuochi, ecc. Inutile apporre davanti agli ingressi di ristoranti, alberghi, ecc. la scritta “cercasi”…
E qui è la forte contraddizione: nelle statistiche occupazionali il Sud è quello che avanza sempre. Dati record di disoccupati, senza lavoro, povertà spesso camuffata. Si spiega solo perchè il reddito di cittadinanza, nella grande logica assistenziale e truffaldina, finisce per diventare l’alibi al non lavoro? Oppure c’ è enorme carenza di cultura del lvoro che manca nel Mezzogiorno? Vedremo che cosa accadrà quando entreranno in vigore le nuove norme che dovranno sostituire il Reddito di cittadinanza, le cosiddette Mia. Personalmente credo che poco cambierà. L’assistenzialismo si combatte con la cultura del lavoro, che sifgnifica personale preparato, sindacati che si preoccupino anche di tutelare chi il lavoro non lo ha, Istituzioni che siano in grado di attivare cooperative specializzate. Ma questo probabilmente è solo un’utopia.
Gianni Festa