Il risultato del referendum, scrive in un comunicato la Cgil provinciale di Avellino, non si può”disconoscere”. Un dato”evidentemente negativo” ma che, allo stesso tempo, è stata”un’importante risposta di popolo fatta di 14 milioni di partecipanti”. Il sindacato avvia, quindi,”una importante riflessione all’interno di chi ha sostenuto questa campagna”. Bisognerà “comprendere” come affrontare e rendere più efficaci le nostre istanze, la battaglia sul lavoro, sui diritti”. Che, continua la segretaria provinciale Cgil D’Acierno,”rimangono questioni fondamentali per questo sindacato”. Saranno sempre” parte integrante delle linee portanti delle nostre rivendicazioni sindacali i temi dei quesiti referendari”. Perché in migliaia sono in condizioni di”precarieta’ lavorativa e di estremo disagio professionale”.
Per la Cgil la flessibilità”si è dimostrata un disastro sul piano produttivo’. Occorre, perciò,”ripartire dalle battaglie del lavoro e soprattutto da quel consenso che, seppure insufficiente a cambiare l’ordinamento legislativo vigente, rappresenta il riconoscimento di un bisogno per una parte importante del Paese”. Una parte sicuramente”non minoritaria”, dato che i votanti al referendum rappresentano”piu’ di coloro che hanno investito l’attuale governo che si è consentito la volgarità istituzionale di non andare a votare”. La Cgil poi ricorda che la percentuale dei votanti, in provincia di Avellino, è sopra la media nazionale. Così come in Campania. E questo un punto di partenza.”Dobbiamo ripartire dalle capacità – continua il comunicato Cgil – di sfidare amministrazioni pubbliche e politica sui temi che riguardano le persone e le loro storie di vita, dalle difficoltà dei più deboli, dagli emarginati, dai discriminati’. Importante anche la”rete di relazioni” imbastita nei territori e nel Paese. Perché soltanto”lavorando insieme possiamo rideterminare lo spirito di partecipazione collettiva, l’unico schema con il quale proporre e spingere le vertenze e le proposte dei territori”. Uno dei principali impegni, nell’immediato futuro, che si pone la Cgil irpina è quello della”contrattazione sociale territoriale”.”Le forze politiche, le associazioni, tutti coloro che intendono lavorare per il bene comune collettivo -conclude il comunicato della Cgil provinciale – sono e saranno sempre parte di questa azione militante”.