“Siete voi giovani a poter fare la differenza nelle consultazioni referendarie. Solo così potremo sperare di costruire una società fondata sui diritti in cui la dignità dei lavoratori prevalga sulla logica del profitto”. Lo sottolinea il professore Domenico Fruncillo nel confronto con gli studenti promosso da Avellino per il Mondo, introdotto dal professore Marco Cillo e moderato dal giornalista Gianluca Amatucci. Pone l’accento sul processo di evoluzione della democrazia in cui sempre più forte è la separazione tra chi esercita il potere e chi ne è titolare, tra il popolo e i rappresentanti in Parlamento. “Alla base dei referendum – prosegue Fruncillo – c’è la concezione di una cittadinanza inclusiva che si contrappone ad una concezione più ristretta. Ma soprattutto, per quel che riguarda i referendum sul lavoro, dall’articolo sul reintegro in caso di licenziamento senza giusta causa ai contratti a termine, ad essere contestata è l’idea dell’uomo come merce. L’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, la legge n. 300/1970, ha storicamente rappresentato una delle norme di maggior importanza per la tutela contro i licenziamenti illegittimi ma è stato poi abolito dal Job’s Act. Di qui la proposta della Cgil di un referendum per ripristinare le tutele garantite dall’articolo 18 contro i licenziamenti senza giusta causa. Altra questione è quella legata ai contratti a termine, non possiamo dimenticare che furono introdotti come possibilità eccezionale, devono, dunque essere caratterizzati da una motivazione ben precisa, non possono diventare la norma. Quanto al quesito sull’abrogazione del tetto massimo all’indennizzo, consentirebbe al giudice, qualora considerasse il licenziamento illegittimo, di riconoscere una tutela adeguata al lavoratore. Poichè è impossibile stabilire il prezzo della vita umana. Si vuole, in definitiva, ribadire che il diritto dei lavoratori viene prima del profitto”. E’ quindi l’avvocato Gerardo Di Martino a porre l’accento sullo scarso interesse mostrato dai partiti di maggioranza nei confronti dei referendum “E’ chiaro che i referendum scaturiscono dall’idea della necessità di riformulare la legge sui diritti dei lavoratori”. Si sofferma, in particolare sul quinto referendum, votando si, si ridurrebbe a 5 anni l’intervallo di tempo necessario per ottenere la cittadinanza “E’ una legge che ci metterebbe al passo con gli altri paesi mentre oggi in Italia è possibile avere la cittadinanza solo se si nasce sul suolo italiano da un genitore italiano oppure dopo 10 anni. E’ inaccettabile. La legge italiana va in direzione opposta a quella della politica statunitense, basta nascere in terra americana per diventare cittadini statunitensi. E’chiaro che si tratta di un referendum di civiltà giuridica”. E’ quindi Fruncillo a ritornare sul potere dei media di compensare le assenze delle istituzioni e agenzie formative “Ma perchè ciò accada è necessaria una forte etica professionale da parte dei giornalisti”. E ricorda come “tanti andranno a votare solo se avranno percezione del valore di cui si carica il referendum, dell’influenza che può avere sulle loro vite. Di qui il ruolo cruciale delle nuove generazioni”. A portare la sua testimonianza Eric Ceesay che sottolinea le sofferenza di chi come lui è arrivato in Italia sui barconi, affrontando pericoli di ogni tipo e oggi deve fare i conti con le difficoltà di una legge italiana che non sempre li tutela.