“I referendum rimettono al centro del dibattito politico i temi del lavoro e della cittadinanza, questioni fondamentali per la vita dei cittadini. E’ giusto che siano loro a decidere. Con il Sì cambiamo delle leggi per adeguarle al presente, al mondo del lavoro di oggi, aggiorniamo i diritti sociali economici, civili culturali alla società in cui viviamo, una società dove c’è bisogno di integrazione”.
Gerardo Capodilupo, presidente del Pd irpino, è per cinque sì ai referendum ma anche superare il quorum sarebbe una vittoria. Possibile?
“Credo che sia un obiettivo alla portata. Sarebbe una risposta bella e forte anche a Meloni, presidente del Consiglio dei ministri, e a La Russa, presidente del Senato, due tra i massimi rappresentati delle istituzioni del nostro Paese, che invitato all’astensionismo, a non scegliere. Noi vogliamo che le persone partecipino alla politica, che siano fedeli alla Costituzione e non i busti di Mussolini”.
Però il Sì non è un voto contro il centrodestra, giusto?
“Lavoro e cittadinanza sono due questioni che non solo tengono insieme il centrosinistra, ma uniscono soprattutto tutto il Paese. Ringrazio la Cgil e le altre associazioni che hanno promosso il referendum per aver dato alla politica, a noi partiti, la possibilità di fare veramente politica. A volte noi del Pd ragioniamo troppo delle nostre questioni interne invece di incettare i bisogni reali del Paese e cercare delle risposte ai problemi della gente”.
Parliamo di regionali: FdI cambia idea: il terzo mandato si può fare. Il Pd che dice?
“Che è l’ennesima capriola della Meloni, che tenta di risolvere le difficoltà del centrodestra in Campania permettendo il terzo mandato a De Luca. La segretaria Schlein ha indicato delle regole chiare: la prima è il divieto del terzo mandato. Seconda regola è che dobbiamo essere testardamente unitari, mettendo insieme tutto il fronte progressista, da Conte a De Luca. Abbiamo perso le politiche perché eravamo divisi, non dimentichiamolo. Il problema, anche in Irpinia, è che abbiamo da troppo tempo la stessa identica classe dirigente. Dal 2010 in Regione vediamo al potere sempre gli stessi. Io non credo che non ci sia una nuova classe dirigente pronta a governare”.
Alla crisi amministrativa in città, qual è la soluzione?
“La sindaca Nargi deve amministrare, ne ha il diritto se ha una maggioranza. Altrimenti si dimetta. Il Pd è all’opposizione. I giochetti della politica allontanano i cittadini dalle istituzioni”.