Ci sarà un incontro tra la segretaria pd Elly Schlein e il governatore Vincenzo De Luca, assicura Igor Taruffi, responsabile nazionale organizzazione pd, al termine della riunione presso la sede pd di Via Santa Brigida a Napoli, con dirigenti e parlamentari dem campani. Tre ore per discutere soprattutto della possibilità una intesa con De Luca. “Abbiamo la necessità di tenere insieme un gruppo dirigente diffuso, che ha lavorato e sta lavorando, che deve continuare a farlo in modo unitario. Auspichiamo – è l’appello di Taruffi, che per l’occasione è accompagnato accompagnato da Davide Baruffi, responsabile enti locali Pd – che ci sia un confronto con De Luca ma nessuno può porre condizioni”.
Secondo i vertici romani ci sono le condizioni per “un confronto positivo, costruttivo, che tenga insieme l’unità del Pd e della coalizione. Su questo siamo fiduciosi, sono sicuro che tutte le persone, tutte le figure che hanno ruoli di responsabilità, sapranno esercitare questa responsabilità fino in fondo nell’esclusivo interesse della Campania, quindi siamo fiduciosi”.
“Ovviamente – ha continuato Taruffi – nelle scelte il gruppo consiliare campano, i dirigenti campani dei territori avranno un ruolo importante in un confronto con il partito nazionale – ha concluso – così come le personalità e le figure, che in questa regione non mancano, che possono dare un contributo in termini di proposte, di risposte su quello che ci interessa di più e dobbiamo dare a questa regione, che è così importante per il Mezzogiorno e per l’Italia”.
La mediazione tra De Luca e il resto del centrosinistra è possibile nonostante il goverantore abbia posto le sue condizioni durante la riunione di sabato con i capigruppo di maggioranza. Vuole giocarsi la partita da protagonista. Intanto potrebbe presentare due o tre liste: Campania libera e A testa alta
“No ai giochi della politica politicante romana”, occorre “una proposta condivisa”, è l’avvertimento di De Luca.
Il candidato, scandisce, non lo decide Roma: non può essere allora il pentastellato Roberto Fico. Ma il governatore non vuole la rottura ma semplicemente imporre il gioco e non subirlo, nonostante la Consulta abbia bocciato la legge sul terzo mandato. De Luca non è debole. “E’ stato un gran presidente”, ha detto nei giorni scorsi, Stefano Bonaccini, aggiungendo: “Vincenzo non si metta di traverso rischiando di regalare la vittoria alla destra”.
Mentre molto più critico è stato invece l’altro europarlamentare pd, Sandro Ruotolo: “Bisogna aprire una nuova stagione, fondata sulla discontinuità e sulla partecipazione. In Campania è arrivato il momento di cambiare registro e di mettere la parola fine alla stagione del deluchismo che è durata anche troppo”.
Però di De Luca non si può fare a meno. Il governatore lo sa. Sarebbe pronto a proporre in prima battuta il suo vicepresidente Fulvio Bonavitacola, pur consapevole che la Campania nella spartizione nazionale tocca ai Cinquestelle. E allora potrebbe essere candidato a governatore Sergio Costa, ex ministro dell’ambiente, vice presidente della Camera, che con De Luca ha da sempre un ottimo feeling. Costa dovrebbe guidare il Campo largo: da Iv Maria Elena Boschi ribadisce che i renziani non metteranno.
“C’è un percorso da fare che parte dalle proposte”, è l’unica condizione”. Ma il Campo largo è lontano. Alleanza Verdi Sinistra ne resta fuori: “Non possiamo accettare che il confronto si riduca a un dialogo ristretto tra due soggetti (Pd e M5s ndr)”. Siamo solo all’inizio.