VALLE UFITA – Nessun accordo raggiunto, l’altro pomeriggio, tra i soci azionisti dell’industria Italiana Autobus in merito alla ricapitalizzazione dello stabilimento di Flumeri. Ma uno di quelli, Invitalia, si è detto disponibile. Ad una condizione, evidentemente: dei 25 milioni di euro che devono essere versati, in modo da far rinascere le speranze delle tute blu di valle Ufita, soltanto una parte potrebbe essere necessaria. Questo agli occhi degli azionisti Iia. Ma non è così. Si pensa a 15 milioni. Per dare una boccata d’ossigeno. E basta. Ma gli operai, e i sindacati, si chiedono a cosa possa servire. Importante, infatti, non è allungare di qualche mese questa vicenda senza fine. Ma trovare una soluzione definitiva. Per questo, da queste parti, anche prima del nuovo incontro del cda, previsto per il prossimo 24 febbraio, si punta ad un viaggio a Roma, destinazione Mimit, il ministero del Made in Italy. Per Zaolino, ad esempio, segretario provinciale della Fismic Confsal,” la ricapitalizzazione insufficiente è un segnale negativo da parte dell’azionista pubblico che sta adottando una strategia per favorire la privatizzazione. Almeno questo sembrerebbe”. La preoccupazione principale del sindacalista è che” queste intuizioni non si mostrino veritiere”. Ma il sindacato, tutto, ha due certezze: intanto che l’azienda resti in mano pubblica e, quindi, lotterà contro “la privatizzazione selvaggia- continua Zaolino- che si sta tentando di fare con una piccola azienda portoghese( la Caetano Bus, ndr) che produce 180 autobus all’anno, quando abbiamo le potenzialità per produrre tre volte tanto. Noi vigileremo, per evitare un papacchio all’italiana “.
Giancarlo Vitale
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