“Quel che sta avvenendo è fastidioso e pericoloso, perché è in corso una delegittimazione degli altri poteri dello Stato da parte del partito della premier”. Così in una intervista su Repubblica, il vicepresidente dei deputati Pd Toni Ricciardi, interviene sul caso Arianna Meloni.
La magistratura è “accusata di una macchinazione inesistente insieme ai partiti d’opposizione e alla stampa. Quale sia il fatto non è chiaro, ma intanto si mettono le mani avanti, ipotizzando presunte inchieste giudiziarie a carico della famiglia Meloni”.
“È palese – dice ancora – che sia in corso uno scontro nella maggioranza. FI fa pressioni su ius scholae e Autonomia differenziata. La Lega in Europa, smarcandosi da FI con Vox e Orban, ha oggettivamente indebolito Meloni”.
I meloniani, secondo Ricciardi, sono nervosi: “È evidente. Ma un premier deve governare. Non può mettersi contro i poteri dello Stato, rincorrendo retroscena inesistenti. Sarà una Finanziaria difficile, col 60-70% delle risorse che se ne andrà per sostenere le misure adottate l’anno precedente.
Non si potrà mettere mano alle pensioni, considerato quel che Giorgetti ha definito l’inverno demografico. È il populismo che viene raggiunto dalla realtà. E quindi restano due armi: sviare l’attenzione e fare leva su un costante vittimismo. Unito all’uso pubblico della storia. Cambiare il passato per delegittimare il presente”.
Se Arianna Meloni ha partecipato ai vertici sulle nomine “non lo so e dovrebbero venire in Parlamento a chiarirlo. Quel che so è che vogliono piegare le istituzioni ai loro scopi perché convinti che governeranno in eterno. Pensano di stare a palazzo Chigi a vita”.