“La Costituzione mai stravolta così negli ultimi cinquant’anni”. Così l’Associazione nazionale dei magistrati lancia lo sciopero proclamato per il 27 febbraio contro la riforma della Giustizia annunciata dal governo, già approvata alla Camera giovedì scorso. Un provvedimento che – per il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia – “peggiorerà il servizio giustizia e indebolisce il quadro delle garanzie”, perciò restare in silenzio di fronte a ciò “delegittima le toghe”.
Intanto già venerdì prossimo, in occasione dell’inaugurazione del nuovo anno giudiziario, i magistrati si dicono pronti ad uscire dall’aula quando prenderà la parola il ministro Carlo Nordio o un suo delegato.
I magistrati precisano che la riforma “ha tanti padri, ma non Giovanni Falcone, che non voleva indebolire l’ordine giudiziario ma esaltare le diverse professionalità della magistratura”.
Secondo Santalucia, la separazione delle carriere “è l’inizio per andare sulla strada di un’azione penale influenzata dal potere politico: strada che mette in discussione il principio di uguaglianza”.
E sul sorteggio dei membri del Csm: “Stiamo privando i magistrati del diritto di elettorato attivo e passivo. È come dire: non siete in grado di eleggere i vostri rappresentanti. Il sorteggio non è la panacea di tutti i mali e umilia la magistratura, unica tra le tante a vedersi privata di questo diritto”.
Infine il segretario generale del sindacato, Salvatore Casciaro conclude: “Non c’è mai stata negli ultimi 50 anni, forse, una riforma che stravolge radicalmente la fisionomia della nostra Costituzione alterando quelli che sono i rapporti tra i poteri dello Stato e gettando le basi per un possibile condizionamento del potere giudiziario”.