Dopo l’annuncio del ritorno dello Sponz Fest, ideato e diretto da Vinicio Capossela, che si chiamerà quest’anno Sponz Eden e sarà di scena dal 28 al 30 agosto nel centro storico di Calitri, in Alta Irpinia, è già attesa per conoscere chi saranno i protagonisti della rassegna. Il programma del Fest, che verrà svelato a breve, promette di essere sempre vario e sfaccettato: concerti, performance, incontri, laboratori e tanto altro. Una serie di eventi che per tre giorni animerà il borgo irpino, alcuni dei quali suggeriti anche da ricorrenze: l’ottantesimo anniversario della pubblicazione di Cristo si è fermato a Eboli di Carlo Levi, l’omaggio al Maestro Roberto De Simone, il decennale dell’uscita de Il paese dei Coppoloni, le vive testimonianze dai conflitti in corso, gli ottant’anni della Liberazione dal nazifascismo, il settantesimo anniversario della nascita di Pier Vittorio Tondelli.
Una scommessa promosso dalla Regione Campania attraverso Scabec – Società Campana Beni Culturali e finanziato su Fondi di Coesione Italia 21–27, nell’ambito dei progetti speciali in ambito culturale e turistico 2025, prodotta dall’Associazione Sponziamoci e La Cupa, in collaborazione con il Comune di Calitri e con il prezioso contributo, accanto ai lavoratori e alle maestranze, della comunità che da anni partecipa e sostiene la manifestazione.
“Sulla scia dell’esperienza di Sponz Viern, un’edizione realizzata soprattutto grazie all’impegno e alla disponibilità delle associazioni, delle scuole e delle realtà del territorio, riprendiamo la tradizione dello Sponz Fest di fine agosto, realizzando un’edizione nel cuore vivo del borgo antico di Calitri – sottolinea il direttore artistico – Le grotte, i vicoli, le piazzette e gli androni del paese sono il teatro naturale per l’incontro e per eventi aperti al pubblico, dove ogni spettatore è componente attiva”.
“È nel minuscolo che si nasconde il gigantesco, aggiunge Capossela. Così, accanto a spettacoli di artisti conosciuti – che si possono vedere anche in altri palcoscenici d’Italia e del mondo – mettiamo in scena le peculiarità che si possono cogliere soltanto in questo preciso luogo, il teatro-presepe vivente di una comunità. Fare, insomma, del paese il villaggio immaginato da Dylan Thomas nel suo “Bosco di latte”. Il villaggio viene dichiarato dalle autorità collettivamente pazzo e condannato all’isolamento, e in quel luogo, circondato da guerre e cupidigia, viene mandato un ispettore per impedire lo spandersi del contagio. In un mondo impazzito, il villaggio recintato è il solo luogo rimasto libero, e i suoi abitanti sono gli unici esseri sani e felici. La pazzia, il campo di concentramento, in realtà sono fuori. In questi tempi di sfacciata disumanità, lo Sponz Fest offre un recinto edenico all’innocenza, al senso di comunità, alla tutela dell’essere umano come patrimonio dell’umanità, per citare Silvano Agosti. Conclude l’artista. Se l’antico termine “eden” significa recinto e giardino, costruiamo insieme Sponz Eden, il nostro paradiso terrestre: un luogo in cui coltivare l’innocenza e difenderla. La messa in scena di un altro mondo possibile.