Si è concluso, ieri, un fine settimana in cui la Protezione civile, le istituzioni, gli istituti scientifici, quali l’Ingv, sono stati impegnati in tutte le piazze italiane per”Io non rischio”: cioè l’incontro con i cittadini per contribuire, concretamente, alla riduzione del rischio e delle cause degli eventi sismici. E, in Irpinia, sono in preparazione intanto le celebrazioni del 43esimo anniversario del terremoto del 23 novembre 1980. Chiediamo a Luigi Zarrilli, geologo dell’istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, sezione”Hirpinia”, che ha sede nella cittadina ufitana, se il rischio idrogeologico si è ridotto, il percorso di innovazione a che punto è e se bisogna fare di più.
“Come per tutti i rischi a cui è esposta la penisola italiana, ci troviamo nel Mediterraneo, e soprattutto per una vacanza lelegislativa che, purtroppo, arriva sempre dopo. Come in situazioni già conosciute. Non è certo molto, ma la cultura del prevenire deve partire fin dalle aule del Parlamento”.
Sempre dopo si cerca di mettere una pezza quando ci sono disastri ambientali.
“Purtroppo è così.Si interviene sempre dopo le calamità. Per questo motivo nascono giornate come questa, come quella passata della”Notte dei ricercatori” che puntano i riflettori, con una serie di iniziative interattive, giochi per i più piccoli, sull’educazione alla cultura della percezione del rischio, della consapevolezza del rischio sismico.Altrimenti non si può arrivare alla riduzione di qualcosa che non conosci. Oppure ci si adopera per mettere in pratica quelle buone norme, se non ne sei a conoscenza”.
E la conoscenza a quali livelli è?
“Questo allarme deriva dall’attività che svolgiamo, ogni anno, di divulgazione scientifica. Riceviamo oltre mille studenti, di cui solo un terzo ha soltanto sentito parlare del terremoto in Irpinia. Questo significa che stiamo perdendo la nostra memoria storica. Il modo di poter intervenire sul rischio ed essere capaci di ridurlo è sviluppato su due campi: la conoscenza, appunto, e la,memoria storica”.
E quindi?
“Se una comunità perde quest’ultima, si corre il rischio di trovarsi incapace di percepirlo”.
Ma bastano conoscenza e memoria storica?
“È da qui che si parte. Prevenzione vuol dire anche formare la coscienza dei cittadini. Non solo vacanza legislativa. Basti pensare che, dei tre grossi interventi legislativi, cioè efficientamento energetico, bonus 110 e adeguamento sismico, i più gettonati sono i primi due”.
Come dire che stiamo messi male?
” Ci vuole tempo. Ma anche l’educazione verso la materia è importante. Ricordiamoci che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, prima di Amatrice, Norcia e Ischia ha detto che il nostro Paese ha bisogno di alfabetizzazione sismica”
Giancarlo Vitale