Si sente come Davide contro Golia, ma “la storia ci insegna che non tutto è dato per scontato e che il futuro può riservare sorprese. Detto questo auguro a tutti i chiusanesi una buona campagna elettorale”.
L’aveva annunciata, una lista per le amministrative, ed è già in campagna elettorale Antonio Romano, candidato a sindaco di “LiberAzione per Chiusano”. Un segnale forte, quello che intende lanciare l’ex parroco nel confronto elettorale con il ricandidato sindaco uscente Carmine De Angelis.
Già il simbolo non lascia spazio ad equivoci: due braccia che spezzano una catena, e il gioco di parole, Liberazione ma anche Azione. Così come c’è tanto dinamismo nelle parole del candidato sindaco, quando dice di voler liberare la politica da tutte le pastoie che la attraversano, oltre che dare forza e vigore ad una comunità che deve credere di più in se stessa. Non nasconde le difficoltà incontrate nella costruzione della lista, degli ostacoli che sarebbero stati frapposti:. Ma, “adesso che la composizione della nostra lista è di dominio pubblico, noterete sicuramente la presenza di quattro candidati non residenti nel nostro paese. Purtroppo tanti chiusanesi, pur appoggiando la nostra iniziativa, non hanno voluto esporsi, per motivi che potete immaginare. Suppongo che i nostri avversari staranno esultando, perché pensano di avere la vittoria in pugno. Qualcuno ci deriderà. Qualche altro resterà deluso, ma moltissimi restano fieri di noi, perché ammirano il nostro coraggio, la nostra determinazione, la nostra correttezza, la nostra lealtà e la nostra compattezza.
Potevamo scendere a compromessi e svendere la nostra dignità, ma noi non molliamo – continua Romano – perché non ragioniamo secondo le logiche del potere, della fama, dalla gloria e degli interessi. Non vogliamo vincere a tutti i costi, ma nemmeno vogliamo rassegnarci a perdere. Molti amici mi hanno confidato che se fossero passati almeno un paio di anni dalla mia rinuncia al ministero, non avrei avuto problemi a vincere. Purtroppo alcune cose non dipendono solo da me, dai miei calcoli e dalle mie intenzioni. Ho messo già in conto che ci sono alcune persone, soprattutto anziane, che non riescono a superare i pregiudizi, le diffidenze e i dissapori nei miei confronti per la mia vicenda personale, e, nonostante la mia pubblica richiesta di perdono, si sentono ancora feriti, delusi o traditi. Li comprendo benissimo e rispetto i loro sentimenti. Nessuno è obbligato a compiacermi, a stimarmi, ad amarmi o a votarmi. Dal mio punto di vista ha trionfato l’amore, la verità, la giustizia e la coerenza. La scelta di averlo annunciato su FB era dettata dal fatto che la notizia dovesse raggiungere tutti senza dovermi mettere a comunicarlo per anni ad ogni singola persona che conosco. La seconda motivazione era quella di voler aprire un dibattito generale sulla questione del celibato obbligatorio nella chiesa. Spero di essere stato chiaro perché non ho intenzione di ritornare sempre sugli stessi argomenti».