La prima Sezione Penale della Corte di Appello di Napoli ha escluso il reato di peculato nei confronti della ex direttrice dell’ufficio postale di San Mango sul Calore, accusata di essersi appropriata di circa 180mila euro attraverso operazioni irregolari su buoni fruttiferi postali.
La sentenza, pronunciata nella giornata dell’8 luglio, ha riformato il verdetto emesso in primo grado dal GUP del Tribunale di Avellino, Marcello Rotondi, che aveva condannato l’imputata a tre anni di reclusione per peculato, già accogliendo parzialmente le difese e riconoscendo l’autenticità delle firme su circa il 70% dei titoli oggetto di contestazione.
In sede di appello, la Corte ha riqualificato l’addebito da peculato a truffa, accogliendo la tesi difensiva e dichiarando prescritte tutte le condotte relative ai buoni postali, fatta eccezione per un solo episodio.
Conseguentemente, la pena è stata rideterminata in quattro mesi di reclusione, concessa con sospensione condizionale e senza menzione nel casellario giudiziale. Revocata, inoltre, l’interdizione dai pubblici uffici e l’obbligo di riparazione pecuniaria a favore di Poste Italiane, inizialmente fissato in circa 50mila euro.
L’imputata è difesa dagli avvocati Stefano Vozzella e Gaetano Aufiero, i quali hanno illustrato alla Corte una serie di tesi giuridiche incentrate sulla diversa qualificazione del fatto e sull’assenza di prova certa in ordine alla responsabilità.All’esito della lettura delle motivazioni, attese entro novanta giorni, i difensori valuteranno l’eventualità di ricorrere in Cassazione per far valere ulteriori profili di insussistenza dell’addebito residuo.