E’ un bagno di folla ad accogliere Sal da Vinci sul palco di piazza Libertà con il suo UniverSal Tour. L’artista partenopeo, legatissimo alla terra irpina, come spiega nell’introdurre il concerto, ricordando che la sorella vive da 34 anni a Grottolella, si conferma animale da palcoscenico come pochi, capace di cantare e ballare, dialogare e scherzare con il pubblico, rivendicando sempre con orgoglio la sua napoletanità, poichè il simbolo di Napoli, lo ribadisce con forza, “è la libertà”. Ad accompagnarlo una sfavillante orchestra di 35 elementi, coordinati dal maestro Achille Pennino e un gruppo di ballerini che impreziosisce ogni esibizione con coreografie coinvolgenti, così da rendere lo spettacolo fortemente teatrale.
Sono da poco passate le ventidue quando Sal con un completo nero scintillante sale sul palco, salutato dall’ovazione del pubblico. Il Corso Vittorio Emanuele è gremito, ci sono famiglie, coppie, giovani e meno giovani, a conferma della forza di un artista che unisce generazioni, tra il pubblico è un continuo scattare foto e registrare video. Il suo è una viaggio nella tradizione melodica italiana ma non solo. Sal da Vinci, che sa fare praticamente tutto sul palco, recitare e ballare oltre che cantare, sottolinea più volte il potere dell’amore a cui è dedicato il tour “un sentimento universale, che rende liberi. L’amore, quello vero, è capatosta, è il filo d’erba che cresce anche tra il cemento. E’ un enigma senza soluzione”, ricorda il primo bacio a sua moglie il 4 luglio di tanti anni fa mentre sullo sfondo scorrono le parole che compongono il vocabolario dell’amore, da ‘Invecchiare Insieme’ e ‘pane quotidiano’ fino a “Sogno”.
E proprio i sogni tornano continuamente nello spettacolo, l’artista si presenta sul palco raccontando come fosse solo un ragazzo con in tasca un manipolo di sogni e abbia scoperto presto che da grande voleva regalare sogni, quello che oggi fa con la musica. Ripercorre i brani che hanno segnato la sua carriera, da “Vera” a “Eternamente Nuje” scritta insieme a Nino D’Angelo, da “Napule” a “Non riesco a farti innamorare” fino all’acclamata “Rossetto e caffè” che lo ha fatto salire ai vertici della classifica di Spotify che tutti cantano in coro.
Racconta aneddoti e passa in rassegna brani che hanno fatto la storia della musica italiana e partenopea, li reinterpreta alla sua maniera con la voce potente che è la sua forza e una capacità straordinaria di tenere il palco, da “Un’emozione da poco” a “Maruzzella”. Fino al bambino che gli chiede i brani di Scugnizzi e Sal ricorda con emozione le oltre 700 repliche dello spettacolo, più volte proposto al Gesualdo, per intonare alcuni dei brani più amati del musical da “Persone, persone” a “Chiammame” e “La città di Pulcinella”. Sottolinea l’orgoglio di cantare in una piazza dal nome così bello e ricorda come suo padre Mario abbia cantato l’Inno dell’Avellino nel segno di un legame che non si è mai interrotto. C’è tempo anche per un selfie con il pubblico e il colpo d’occhio eccezionale del fiume umano lungo il Corso. Quindi presenta la sua fantastica orchestra, cita più volte il maestro Adriano Pennino e l’autore Vincenzo D’Agostino, con la quale ha stabilito da tempo una preziosa collaborazione, invita sul palco l’attore Ernesto Lama, facendogli auguri per l’ultimo figlio e ringrazia l’amministrazione comunale per l’opportunità offertagli di essere su questo palco. Infine, dopo quasi due ore di spettacolo in cui Sal non si risparmia mai, la promessa di tornare presto. Entusiasta il sindaco Laura Nargi “É stata una serata magica, sotto una luna meravigliosa, in una piazza gremita. Una grande risposta di pubblico che ha messo il punto esclamativo a questi giorni di festa. Un plauso alle forze dell’ordine per il grande lavoro svolto affinchè, anche sul versante della sicurezza, tutto funzionasse per il meglio. E’ stata davvero una notte magica. – conclude il sindaco – Questo concerto ha impreziosito una programmazione ferragostana che proseguirà nei prossimi giorni e sino a settembre”
.Regge il piano sicurezza, peccato solo per la ressa creatasi all’inizio del concerto di fronte alle transenne che delimitavano il Corso all’altezza dell’incrocio con via Matteotti, prima che le forze dell’ordine dessero l’autorizzazione ad accedere all’area sotto il palco. Qualche lamentela anche per l’audio che non arrivava distinto ai lati del palco. Bene i piani sosta e viabilità curati nei dettagli dalla Polizia municipale e dal Comune di Avellino.