“Abbiamo chiesto all’Istituto Piepoli di sondare un campione rappresentativo di popolazione interessata dai programmi di screening. Il primo dato che mi ha colpito è che 1 su 5, soprattutto al Sud, non sa che sono gratuiti. Tra chi ha ricevuto l’invito, una quota importante di persone ha deciso di non fare il test: circa 1 su 5.
E sceglie di non farlo soprattutto perché non ha avuto tempo o ritiene di stare bene e, in assenza di disturbi, preferisce non sottoporsi allo screening. In tanti, indicano esplicitamente un po’ di pigrizia. E’ qui che dobbiamo moltiplicare gli sforzi e aumentare la consapevolezza nei cittadini che bisogna prendersi cura di sé anche quando si è in salute”.
Lo ha sottolineato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, nel suo intervento oggi agli Stati generali della prevenzione a Napoli. “Anche sul fronte degli stili di vita si può e si deve fare di più”, ha aggiunto.
“Penso – lo abbiamo visto anche nella presentazione del professor Mantovani – all’alimentazione corretta e all’attività fisica che sono importanti determinanti di salute e contribuiscono a contrastare l’insorgenza di patologie, anche oncologiche. I dati delle sorveglianze dell’Istituto superiore di sanità indicano che in Italia 4 adulti su 10 sono in sovrappeso o obesi. Alcune regioni del Sud (Molise, Campania, Basilicata, Puglia) continuano a detenere il triste primato per quota più alta di persone in eccesso ponderale.
E c’è un problema di obesità infantile che non dobbiamo sottovalutare: il 19% dei bambini è in sovrappeso e gli obesi sono il 9,8%, inclusi i bambini con obesità grave che rappresentano il 2,6%”, ha evidenziato il ministro. “L’obesità – ha rimarcato – porta con sé patologie croniche e il primo dovere, verso se stessi e verso la collettività, è quello di seguire un modello alimentare corretto così come dedicare tempo adeguato all’attività fisica.
Gli italiani sono per lo più sedentari (24%) o parzialmente attivi (28%), con un gradiente geografico ancora una volta a sfavore delle regioni meridionali. Appare ancora troppo bassa anche l’attenzione degli operatori sanitari al problema della scarsa attività fisica, pure nei confronti di persone in eccesso di peso o con patologie croniche. Ecco perché non dobbiamo allentare la presa: dobbiamo continuare a sensibilizzare, a dare voce alla prevenzione e a farlo in modo corale. In questo senso è essenziale il contributo degli operatori sanitari, delle istituzioni, delle associazioni, anche dei mezzi di comunicazione”.