E’ stata una chiesa di San Francesco Saverio gremita ad accogliere la tradizionale benedizione delle rose in attesa della tradizionale processione di Santa Rita che prenderà il via domani, alle 18.30. Ad officiare la celebrazione don Antonio Dente che ha posto l’accento sul valore di cui si carica la santa in una società come quella di oggi, in cui più forte si fa sentire la crisi e guerre e violenza continuano senza sosta. Anche in mattinata sono stati tantissimi i fedeli che hanno voluto rendere omaggio alla santa in occasione della benedizione dei bambini, numerose le famiglie che hanno partecipato al rito.
Il corteo – che dovrà fare i conti con l’incognita maltempo – partirà il 22 maggio alle 18.30 dalla chiesa di San Francesco Saverio, attraverserà via Del Gaizo, percorrerà via Circumvallazione, piazza D’Armi, via de Concili, corso Vittorio Emanuele, piazza Libertà fino al rientro in chiesa. “Si tratta di un culto fortemente radicato in città – spiega don Antonio Dente – che resiste da quasi cento anni in questa chiesa. Prima che fosse realizzata la statua portata tradizionalmente in processione, oggetto del culto dei fedeli era un’altra statua conservata nella chiesa di San Generoso”. Spiega come “la processione di Santa Rita si carica sempre di un significato forte, indipendentemente dal momento socio-economico che viviamo. Santa Rita ci insegna che se vogliamo e seguiamo Gesù tutto diventa possibile, ci esorta a coltivare la speranza, purchè la si abbini all’impegno quotidiano. Del resto, nulla può cambiare nella nostra vita se non ci mettiamo del nostro. Costretta a fare i conti con violenze di ogni tipo, Rita risponderà con l’amore, insegnandoci il rispetto per qualsiasi persona, indipendentemente dal colore della pelle, dalla religione. In un tempo dominato dalla violenza nelle relazioni Santa Rita non ha mai smesso di cercare ciò che poteva unire. E’ quello a cui siamo chiamati a fare anche noi. Non dobbiamo dimenticare che ciascuno può influire sul futuro della società. Ciascuno, oggi come non mai, è chiamato a fare la sua parte – spiega don Antonio Dente – In un momento delicato come quello che vivono la città e l’Europa, la sua forza deve accompagnar”.
Protettrice delle donne maritate infelicemente e delle cause impossibili, Santa Rita scelse la vita monastica per trovare conforto dalle tragedie familiari che avevano colpito la sua vita. Giovanissima, fu data in sposa ad un uomo violento. Il marito fu assassinato e nel giro di poco tempo anche i figli lo seguirono nella tomba. Malgrado ciò Santa Rita si adoperò per riappacificare la famiglia del marito con gli assassini, interrompendo cosi la spirale di odio che si era creata. Entrò in convento e lì visse gli ultimi 40 anni di vita. Poco prima di morire, immobilizzata a letto, santa Rita chiese ad una sua cugina di portarle una rosa e due fichi dalla casa paterna. Era inverno, ma i frutti c’erano e la cugina glieli portò.